Se Liberato dà lezioni (anche) alla politica

Se Liberato dà lezioni (anche) alla politica
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Dopo aver fatto incazzare i mammasantissima della musica partenopea per aver raggiunto, in una sola serata e con sole sei canzoni, tutto il pubblico che loro riescono a stento a mettere insieme in dieci anni di concerti con tremila album all’attivo e più di tremila sponsorizzazioni, il concerto-evento di Liberato sul Lungomare di Napoli non volendo ha preso a schiaffi pure i sondaggisti, i politologi e più in generale tutti coloro che per mestiere devono trovare ragioni e spiegazioni sul perché in un certo momento storico si vincono o si perdono le elezioni. Il live gratuito del cantante napoletano che ha richiamato migliaia di persone sotto a un palco vista mare, infatti, ha spiegato efficacemente, meglio di tanti analisti politici, perché in Italia, e a Napoli in particolare, il centrosinistra non è più in grado di vincere le elezioni. Mentre ventimila persone di ogni età e estrazione sociale si divertivano semplicemente ascoltando la musica e prendendo un caffè, mangiando un gelato o sorseggiando una granita alla Rotonda Diaz, dai loro salotti vellutati altrettanti intellettuali partenopei cosiddetti “di sinistra” giravano il capo schifati per il degrado massimo raggiunto dalla scena musicale napoletana dominata da un uaglione senza volto ma con molto dialetto napulitano e altrettanto abuso di auto-tune. E anziché scendere in strada e cercare di capire perché, a prescindere dalla musica, così tanti napoletani hanno bisogno di uscire, stare insieme e condividere insieme qualcosa che alla base abbia l’amore per la propria città, hanno pensato bene di stracciarsi le vesti e di lanciare strali indignati. Ecco perché perdono le elezioni. Perché la puzza che hanno sotto al naso la sentono pure quelli che dovrebbero votarli. E a quel punto non è meglio l’addore ‘e mare?

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Il Mattino