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Immaginate trent'anni e oltre di vita nei prefabbricati. Spazi angusti, umidità, caldo insopportabile d'estate o freddo gelido, da novembre a marzo quando va bene. Ora immaginate trent'anni e passa di vita in un prefabbricato ai confini di un paese, che per le dimensioni degli altri paesi della zona è addirittura una cittadina. A Montella, in Irpinia, nelle notti d'inverno si ascoltano, nitidi, tutti i rumori della natura. È così che la famiglia di Mario Iannella e altre famiglie hanno passato una vita. Nelle località Campo dei Preti e Schito resiste uno dei tantissimi insediamenti di prefabbricati sorti dopo il sisma del 1980. Fatti di legno.
Sono stati definiti i prefabbricati della vergogna e difficilmente si potevano definire diversamente, anche perché in tre decenni è successo di tutto. Occupazioni abusive, incursioni di ladri, promesse di una casa popolare per gli abitanti. E nel frattempo il degrado che rosicchiava anche le parti buone di queste strutture oppure le macerie lasciate da recenti abbattimenti. Mario ha sempre curato come una vetrina casa sua. Se vivi tra queste mura dal 1988 non puoi nemmeno fare altrimenti. «Il 23 novembre crollò casa, dovevo sposarmi. All'inizio ho vissuto in tenda dopo la scossa. Poi in una roulotte e ancora in un container. Ormai vivo da 32 anni in questa casetta», racconta. «E ironia della sorte, ho lavorato in un'impresa che si occupò di montare le piccole strutture di cemento nella più grande area di prefabbricati del paese più colpito dal terremoto, Sant'Angelo dei Lombardi». I decenni del dopo-terremoto, a guardar bene, rappresentano un paradosso che non si riesce a scalfire. Sì perché altrove ognuno ha trovato un nuovo focolare domestico. E un prefabbricato può essere tante cose in Irpinia e nell'area del cratere. Un rilassante soggiorno estivo, a Guardia Lombardi o a Laviano per esempio. Una dolorosa parentesi ma pur sempre una parentesi, a Sant'Angelo dei Lombardi non esistono più da un bel pezzo. E a Montella il prefabbricato può diventare, stagione dopo stagione, un'intera esistenza; nonostante Montella, il paese più popoloso dell'Alta Irpinia, non sia certo Sant'Angelo, Teora, Lioni, Conza della Campania, in quanto a distruzione e lacrime. Altrove ognuno ha trovato un nuovo spazio, ma non qui. «Pensate che a Montella nel 2001 fu ordinato un censimento dei prefabbricati ricorda Mario -. I carabinieri si occuparono di contare gli abitanti e verificare le loro condizioni e quelle delle case. Alla fine fu fatta una sanatoria, in realtà speravamo che fossero tolti di mezzo ma non è ancora accaduto». Burocrazia, dannata burocrazia. Col nuovo millennio comincia la lunga trafila per l'assegnazione delle case popolari che però, sarcasmo e ghigno della sorte, non erano ancora disponibili: in verità nemmeno costruite. Inizia la stagione delle lotte per la casa a Montella, un po' come le lotte per la terra. E la battaglia dovrebbe terminare a breve, giorni o settimane si spera.
«Dal 1988 ad oggi abbiamo visto e vissuto ogni cosa.
Il Mattino