Abeer è una giovane donna siriana. Ha 34 anni. Da tre, vive a Salerno con i cinque figli e il marito Maher. Ha conosciuto l’orrore dei campi profughi del Libano e da...
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E di pensieri dolorosi ne ha eccome la giovane donna: è originaria di Homs la prima città siriana ad essere bombardata all’inizio della guerra, nel 2011. Ha vissuto quasi cinque anni nei campi profughi nel nord del Libano. Poi l’incontro che le ha cambiato la vita. Abeer con la sua famiglia è rientrata nel progetto dei Corridoi umanitari realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas. Un progetto pilota per evitare i viaggi nei barconi a chi è costretto a fuggire dal proprio paese e consentire a persone in “condizioni di vulnerabilità” di entrare legalmente in Italia con un visto umanitario. «Ero in Libano come volontaria ed ho seguito passo dopo passo la vicenda di Abeer e della sua famiglia fin dal primo momento – racconta Silvana Barbirotti – Questa è una storia che nasce dal basso: la rinascita di Abeer e della sua famiglia è stata possibile grazie a molti cittadini di Salerno e Cava che hanno contribuito alla loro accoglienza. Ci dimostra che tanti attuano nel concreto la solidarietà anche se è faticosa perché si ha a che fare con persone che hanno lasciato tutto nel loro paese».Il progetto di accoglienza prevede all’inizio l’assistenza ma poi un percorso che porta all’autonomia, «per cercare di restituire dignità alle persone» spiega Barbirotti.
Abeer appena arrivata a Salerno con la sua famiglia è stata ospitata nel Convento di San Lorenzo, da più di un anno abita in un appartamento a Pastena per cui paga un fitto regolare. Il marito Maher lavora in un’impresa di costruzioni, i cinque figli vanno a scuola e parlano sempre meglio l’italiano. Anche lei ora ha trovato la sua strada. «Sta prevalentemente a casa come la tradizione musulmana impone – racconta Silvana Barbirotti – Io ed altre volontarie che andiamo a trovarla spesso avevamo notato che ha una grande abilità nelle mani, l’abbiamo spinta a metterla in pratica. Le abbiamo portato le materie prime, lei ha cominciato a fare i gioielli ed a partecipare ad eventi e mercatini. Anche questo fa parte della sua nuova vita». Domani (lunedì) Abeer venderà i suoi gioielli alle 18,30 al bar Verdi di piazza Luciani. Domenica prossima sarà all’esterno della chiesa di Sant’Andrea de Lavina con i suoi preziosi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino