Accusato di omicidio a Salerno, diventa volontario del 118

Accusato di omicidio a Salerno, diventa volontario del 118
È scemata la pericolosità sociale di Marcello Saggese, in passato esponente della criminalità organizzata paganese. Il tribunale di Sorveglianza di Salerno ha...

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È scemata la pericolosità sociale di Marcello Saggese, in passato esponente della criminalità organizzata paganese. Il tribunale di Sorveglianza di Salerno ha accolto la richiesta dell’avvocato Antonio Calabrese che, nella lunga discussione pronunciata davanti ai giudici della sorveglianza salernitana, ha parlato dell’ormai mancanza di attualità della pericolosità sociale del Saggese, fornendo dati sulla sua riabilitazione e la lontananza dagli ambienti criminali tanto da svolgere servizio di volontariato al 118, in favore degli infermi. Ricostruzione accolta dai giudici che, nella motivazione della sentenza, hanno affermato l’assenza di collegamenti attuali di Marcello Saggese con la criminalità organizzata nè, tantomeno, di avere procedimenti penali pendenti. 

In passato vicino alla Nuova Famiglia, Marcello Saggese ha scontato più di venti anni di carcere (svolgendo interamente il periodo di rieducazione carceraria ed avendo un ottima condotta durante la detenzione tanto da ottenere 1980 giorni di libertà anticipata) per omicidio ed altri reati, ma una volta tornato in libertà ha deciso di cambiare vita mettendosi a disposizione degli infermi e svolgendo attività di volontariato del 118. Ed è stato proprio questo particolare che ha convinto prima la Corte di Cassazione (che mesi fa aveva accolto l’appello dell’avvocato Calabrese avverso ad una prima ordinaza del febbraio 2019 dei giudici di sorveglianza salernitani che stabilivano per Saggese la libertà vigilata) e, poi, lo stesso Tribunale di Sorveglianza di Salerno che ha rivalutato nuovamente la posizione di Saggese alla luce delle indicazioni fornite dalla Suprema Corte. Per gli ermellini, l’applicazione - a pena espiata - della libertà vigilata, come di tutte le altre misure di sicurezza personale, non può esulare dall’apporto che il Saggese attualmente fornisce alla società come volontario per disabili e malati e non fondare la decisione tenendo conto esclusivamente del corposo curriculum criminale del Saggese (così come aveva fatto, in prima battuta, il Tribunale di Sorveglianza di Salerno). Rinviati gli atti a Salerno, il collegio presieduto dal giudice Amirante, ha ritenuto fondate le questioni poste dall’avvocato difensore.

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Il Mattino