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Accusato di maltrattamenti e violenze nei confronti della moglie, viene assolto con formula piena. Video, chat e messaggi vocali smascherano la donna che, nel bel mezzo di una crisi coniugale, dovrebbe cercare a suon di denuncia di allontanare il marito. Una vicenda amara. Un incubo dal quale l’uomo, un militare cavese, é riuscito a liberarsi: «Questa sentenza, come tante altre, dimostra - spiega l’avvocato Vincenza Socci, legale dell’imputato - come molte donne si barricano dietro al pretesto delle numerose donne vittime di femminicidio, per ordire un proprio disegno criminoso, in danno dei propri ex. Anche se, i denunciati verranno assolti comunque, vivranno anni di supplizio, e gravi disagi, dal perdere il lavoro all’estremo gesto del suicidio, nel timore di non vedersi riconosciuta la propria innocenza».
I fatti si riferiscono a qualche anno fa.
A convincere il giudice le prove esibite in aula: video, chat, messaggi vocali che hanno smontato l’impianto accusatorio. Nel corso delle udienze sono stati ricostruiti i litigi, oggetto delle denunce della donna, che si sarebbero consumate a casa di lei. Le registrazioni hanno provato non solo che si trattava di liti dove entrambi usavano un linguaggio volgare e condito di minacce, ma anche che la donna avrebbe usato le denunce come un’arma nei confronti dell’allora marito. «Il giudice, dottoressa Montone, ha assolto il mio cliente - conclude l’avvocato -. Un vero e proprio incubo é finalmente finito». Ora l’uomo è tornato finalmente “libero” dal marchio che gli era stato impresso in questi anni. «Finalmente il mio assistito é tornato a camminare a testa alta senza la paura e il timore di giudizi affrettati, per qualcosa che non hai commesso - conclude l’avvocato Vincenza Socci». Nelle prossime mesi si discuterà anche della crescita condivisa del loro unico figlio con la speranza che si pensi sopratutto al bene del piccolo, accantonando liti e vecchi rancori.
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