Acque rosse a Santa Teresa: «Napoli intervenga subito»

Acque rosse a Santa Teresa: «Napoli intervenga subito»
«Il sindaco non può “lavarsene le...

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«Il sindaco non può “lavarsene le mani”». Va all’attacco il consigliere comunale di opposizione Giampaolo Lambiase (Salerno di tutti) che richiama alle sue responsabilità il primo cittadino Enzo Napoli dopo aver preso atto dell’esito delle analisi effettuate, dal personale di Salerno Sistemi spa, sull’ultimo sversamento di “acqua rossa” nelle acque della spiaggia Santa Teresa. È suo obbligo garantire la “sicurezza” di questo tratto di costa che qualche mese fa era la spiaggia libera più frequentata da turisti e salernitani». “Acque rosse” per via «dell’alta concentrazione di ferro contenuta», spiega Lambiase, sversate a mare che però «non provengono dalla fognatura», ma «da infiltrazioni del terreno, che si immettono nel tratto finale del torrente Santa Teresa», come è evidenziato nella relazione firmata del direttore generale di Seh Matteo Picardi e dell’ingegnere Mariano Nappa, responsabile del segmento Fognatura e Depurazione. Dall’ispezione del tratto finale del torrente tombato “Santa Teresa” (che non è in gestione alla Salerno Sistemi), avvenuta alla presenza della Polizia Municipale e dell’Arpac (agenzia regionale per la protezione ambientale), vien fuori, inoltre, che «il fenomeno è visibile dal tombino in corrispondenza dell’aiuola a verde adiacente al marciapiede di Lungomare Trieste altezza civico 216-220», fra piazza Amendola e il lungomare. «Ho ricevuto giovedì scorso una copia della relazione – commenta il consigliere comunale – e se fino ad oggi è stato scarso l’impegno e l’attività da parte del comune per la risoluzione del problema, vorrei ricordare che è dovere dell’amministrazione mettere rapidamente in essere tutte le attività utili ad individuarne le cause e garantire la piena e “sicura” fruibilità della spiaggia di Santa Teresa e non solo. Anche l’area portuale prospiciente i negozi sottostanti la piazza della Libertà – aggiunge - subisce sversamenti a mare di acque “non sane”. Sversamenti, che sicuramente non sono stati autorizzati». 

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Il Mattino