«After ‘A Chiena Jazz», la seconda giornata con Francesco Buzzuro e Diego Caravano

«After ‘A Chiena Jazz», la seconda giornata con Francesco Buzzuro e Diego Caravano
Seconda serata per «After» ‘A Chiena Jazz, la sezione dedicata a questo genere nel cartellone di «“A Chiena», quel viaggio tra arte, natura e...

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Seconda serata per «After» ‘A Chiena Jazz, la sezione dedicata a questo genere nel cartellone di «“A Chiena», quel viaggio tra arte, natura e storia – intervento co-finanziato dal Poc Campania 2014-2020, rigenerazione urbana, politiche per il Turismo e la Cultura, nell’ambito del programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale –firmato da Antonello Mercurio. La seconda serata, il 27 agosto, vedrà protagoniste due “Voci” sole: quella della chitarra di Francesco Buzzurro in Piazza Palatucci, alle ore 21,30 e quella umana di Diego Caravano, alle ore 23,30 nel Chiostro del Comune. Sarà l’apprezzato chitarrista siciliano – docente di Chitarra Jazz al Conservatorio di Musica «Giuseppe Martucci» di Salerno – il quale presenterà qualche brano del suo ultimo progetto «Solo con Django» del quale è riuscito ad innovare gli arrangiamenti dei titoli del genio belga, con quel suo “crossover” molto elaborato e, allo stesso tempo, elegante e raffinato, in cui lo “one man band” esprime per intero tutta la sua musicalità. Non solo l’omaggio alla mano sinistra del diavolo , il quale, «inventandosi» nuove diteggiature, con l'indice e il medio che scorreva la tastiera aumentando velocità e precisione, con l'anulare e il mignolo, parzialmente paralizzati, diventò precursore dell'uso delle ottave (poi divenute il «marchio di fabbrica» di Wes Montgomery) e prendendo dei semibarrè che arricchivano gli accordi di none e tredicesime e sui quali la portentosa mano destra eseguiva dei «rullii» secchi ed energici similari proprio a quelli di un rullante di batteria, rivoluzionò la chitarra jazz, ma Francesco Buzzurro evocherà il tango moderno di Astor Piazzolla, passando per il linguaggio del grande Tom Jobim, con la sua immaginazione armonico-ritmica.

Il M° Francesco Buzzurro non ci ha rivelato alcun titolo della scaletta: «Il jazz è energia e mi lascerò guidare nella scelta dalle «good vibrations» emanate dal pubblico, che mi porterà a giocare con la mia chitarra», caratterizzata dal suo approccio “orchestrale” e da uno stile trasversale che fonde il mondo classico con il jazz e la musica popolare, una visione che trasmetterà anche nel workshop che terrà in questa stessa giornata. Il secondo concerto è stato affidato a Diego Caravano che proporrà il suo nuovo, raffinato progetto «Del Risuonare», frutto delle sue ultime ricerche sul canto antico, in cui la voce interagirà con l’elettronica, attraverso due tastiere e una batteria elettronica, tra melodie che vengono da lontano, andando a creare uno spazio acustico di ascolto e ricerca, evocanti figure, attraverso un florilegio di brani, che verrà aperto da musica serafica, dal gregoriano, sulle tracce del monaco benedettino Guido D’Arezzo, che incominciò a sperimentare la notazione sui canti gregoriani, per quindi giungere alla manus guidonica nata dall’ inno di San Giovanni «Ut queant laxis», dal cui secondo verso «Re-sonare fibris», prende il nome il progetto di Diego Caravano, oggi docente di canto Pop-Rock del Martucci di Salerno. Il programma andrà avanti tra pagine originali e le gemme dell’epoca d’oro della tradizione partenopea E.A Mario, S. Di Giacomo, passando per Thom Yorke e la sua Atoms for peace, latrice di un lirismo attonito, simbolo di persistenza uman(istic)a sino a, Chico Buarque e Edu Lobo con Valsa Brasileira e ancora Sufjan Stevens e Pino Daniele, musica senza tempo, che “respirerà” nella notte campagnese.

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Il Mattino