«Sindaco, mi serve una mano», è bufera su Alfieri ad Agropoli

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«Sindaco ... mi servirebbe una mano». «Come dobbiamo...

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«Sindaco ... mi servirebbe una mano». «Come dobbiamo fare?». «Un contratto di lavoro per pigliare l’affidamento». «E ma mò mi perseguitate un poco con questo fatto...». «L’avvocato mò mi ha detto fatti fare sto coso... io vado a lavorare tutte le mattine tre ore...cioè... non è che voglio tutta la giornata... tre ore». «Ti devo mettere tre ore ... e ti faccio fare l’affidamento dai servizi sociali ti faccio fare tre ore al giorno ... va bene?». «Eh...però devi fare il coso in “tempo indeterminato”». «Indeterminato non lo possono fare...». «Io tengo un anno e sei». «Ma non ti preoccupare, ti faccio fare una cosa io coi servizi sociali. Lo sai già dove posso “inciarmare” qualcosa, tu dici che non va bene». È una delle intercettazioni tra Franco Alfieri, all’epoca sindaco di Agropoli, e Fiore Marotta, esponente dell’omonimo clan che in quel periodo era ai domiciliari, che dimostrerebbe, secondo il sostituto procuratore dell’Antimafia Vincenzo Montemurro, i rapporti tra l’attuale consigliere del governatore della Campania e l’esponente della camorra agropolese. L’intercettazione era stata inserita a gennaio scorso in una indagine dei carabinieri del Ros che ha colpito al cuore i Marotta con una raffica di arresti ma è stata anche il punto di partenza per ulteriori accertamenti investigativi sui rapporti tra pubblica amministrazione e clan, sfociata ieri con la notifica degli avvisi di garanzia a Franco Alfieri e all’attuale primo cittadino di Agropoli, Adamo Coppola. Anche quest’ultimo, nonostante la denuncia fatta ai carabinieri contro i Marotta per le intimidazioni ricevute, è ora finito nel mirino della Dda per presunti rapporti con loro. Alfieri, nel 2016, era stato preso da esempio proprio da Vincenzo De Luca, in piena campagna elettorale per il Sì al referendum costituzionale, perché ritenuto il politico in grado di fare «clientela organizzata, scientifica, razionale, come Cristo comanda» lasciandosi andare alla ormai celebre battuta sulla «frittura di pesce». Oggi Alfieri è candidato a sindaco a Capaccio Paestum ed è supportato da otto liste.
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Il Mattino