C’era una volta Albanella, un paesino in provincia di Salerno, dalla posizione geografica strategica e dalle più svariate potenzialità. Le sue risorse e le sue...
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Ma la Pro Loco avrebbe salvato Albanella da quel circolo vizioso e da quello pseudo amore che l’avrebbe portata a spegnersi per sempre. “A favore del luogo” è l’etimologia di un termine (pro loco) che si fa carico di una responsabilità legata al territorio e ai cittadini che lo abitano.
Mission della pro loco, infatti, fu quella di vedere in prospettiva la migliore delle realtà possibili, quella cioè di “esprimere”, nell’accezione più profonda del termine (“premere fuori”), ciò che di prezioso il territorio custodiva.
E se la meraviglia è l’emozione di chi guarda Albanella da un’angolazione diversa, dal punto di partenza all’orizzonte delle sue infinite possibilità e se lo stupore è il sentimento di quanti provano a immaginarsela diversa, migliore, splendida, soltanto il coraggio è la virtù che permette, a chi sente di volerla salvare, di tirare fuori il meglio dal “paese delle meraviglie nascoste”. Il cambiamento, infatti, è la presa di coscienza di ciò che è per arrivare a pensare e a concretizzare ciò che potrebbe essere. La pro loco, quindi, ebbe la responsabilità di potenziare i punti di forza, ottimizzare le risorse, intensificare le attività, e migliorare le difficoltà. Tanti viaggiarono parallelamente al percorso di questa associazione, alcuni provarono e riuscirono ad intralciarne la strada, altri ne invasero gli spazi, impedendone attività e sminuendone la mission ma Albanella fu sempre resiliente, ebbe la capacità di affrontare e superare le difficoltà e trasformare i punti deboli in punti di partenza. La sua più grande risorsa fu quella di non perdere mai la speranza in un futuro diverso, migliore. Seppe aspettare con instancabile fiducia tutti coloro che avrebbero potuto restituirle il fascino e la spensieratezza che le appartenevano e ripose nei suoi cittadini il desiderio più intimo: realizzare i sogni ormai seppelliti e chiusi in un cassetto. Albanella lesse nel rigore di uno statuto la strada sicura verso la felicità, intuì con ammirazione profonda che la programmazione della pro loco l’avrebbe condotta alla valorizzazione dei suoi punti di forza, alla scoperta dei suoi angoli migliori, alla creazione di nuovi percorsi, al potenziamento delle sue possibilità, all’apprezzamento delle sue qualità e al riconquista del suo splendore.
Circa 600 iscritti l’11 agosto avranno la possibilità di esprimere quello che solo il cambiamento può realizzare: cambiare il proprio destino. Attraverso il voto i cittadini avranno la possibilità di condividere ed esternare l’amore per la loro Albanella. La loro più grande responsabilità sarà quella di rompere tutti insieme l’incantesimo e affidarla alla suo nuova vita.
“Capì questo: che le associazioni rendono l'uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e dànno la gioia che raramente s'ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c'è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino