OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Vi è un’area al confine tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino che da anni è contesa tra i due comuni. Ciascuno dice che è sua, portando le proprie ragioni, finite oramai da qualche anno davanti ad un tribunale. Per il Comune di Pagani è area agricola, per quello di Sant'Egidio è industriale. In gioco, uno spazio di un chilometro e mezzo quadrato su cui sono distribuite diverse attività industriali e 2.500 abitanti.
Nel 2020, il Tar assegnò i metri quadrati al Pagani, che risulta proprietario catastalmente della porzione di territorio, con le concessioni date dal comune di Sant'Egidio. Eppure, nemmeno una conferenza dei servizi in Provincia per risolvere la questione non produsse nulla.
Intanto però, i problemi sono per i cittadini, specie tra quelli disorientati nel pagare tributi o rinnovare un semplicemente documento personale. A questo si aggiunge la manutenzione di strade e dei servizi necessari. Ne ha risentito persino il Puc, visto che l'area è contesa e non si sa bene a chi appartenga. Nel frattempo sono trascorsi 25 anni. Uno spiraglio potrebbe intravedersi, ora, il prossimo febbraio, per la pronuncia del Consiglio di Stato. I giudici potrebbero confermare la decisione del Tar o emettere nuova ordinanza, con contestuale valutazione. Nel caso dovesse essere accolta la sentenza del Tar, il Comune di Pagani avrebbe un aumento della popolazione del 5%. Diverso il ragionamento fatto da Sant'Egidio del Monte Albino, che spiega di aver provveduto ai servizi essenziali in quell'area, come l'illuminazione pubblica, manutenzione delle strade e scuole, da molto tempo. Esiste anche un ufficio per impugnare i tributi a carico dei residenti della zona contestata.
Quando la Provincia assegnò quella zona, i tecnici spiegarono che erano «213 anni che catastalmente queste strade stanno in modo e poi rientrano in zone contestate, sulla scorta delle conoscenze acquisite dai Comuni sui servizi offerti ed opere fatte e sulle contestazioni della commissione tributaria, abbiamo tentato di individuare un nuovo confine e quindi si è determinata questa proposta che è stata sottoposta al consiglio provinciale»". L'origine della controversia, infatti, risale al 1806, quando un decreto del Governo istituì il Catasto provvisorio. All'epoca, i Comuni fino al 1806 facevano parte di un unicum politico-amministrativo, denominato Città di Nocera, che comprendeva tutti i Casali negli attuali territori di Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara. La zona contestata va da via Nazionale e prosegue su via Pepe e via Mazzini.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino