Auto immatricolate dall'estero, scoperta evasione da 20mila euro

Auto immatricolate dall'estero, scoperta evasione da 20mila euro
Risponde di truffa e false dichiarazioni presentate ad un pubblico ufficiale una donna di Scafati, titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche, raggiunta da una...

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Risponde di truffa e false dichiarazioni presentate ad un pubblico ufficiale una donna di Scafati, titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche, raggiunta da una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Nocera Inferiore per evasione dell'Iva sull’acquisto di autovetture e produzione di documentazioni fasulle. Secondo l'impianto accusatorio, l'imputata avrebbe prodotto dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà, presentate al funzionario dell’ufficio di motorizzazione di Salerno attraverso la sua agenzia. La società in questione lavorava su pratiche automobilistiche nel comune di Scafati, incaricata di sportello telematico dell’automobilista. In pratica, la donna avrebbe «attestato falsamente al personale del ministero delle infrastrutture e trasporti, direzione generale territoriale del sud, ufficio motorizzazione civile di Salerno, destinatario dell’atto e deputato agli accertamenti finalizzati alla nazionalizzazione e alla immatricolazione di autoveicoli nuovi provenienti da altri stati dell’Unione Europea, che i detti veicoli erano stati acquistati in qualità di importatore non soggetto Iva, nonché questi aveva assolto agli obblighi Iva sull’acquisto intracomunitario del veicolo mediante versamento con modello F24».


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Questo, con cinque diverse false attestazioni. I fatti sono compresi tra il 6 febbraio del 2015 e il 17 marzo del 2016. L'indagine è stata condotta dal pubblico ministero Davide Palmieri. La seconda ulteriore accusa, quella di truffa, integra la modalità dei falsi prodotti, completando l’induzione in errore dei funzionari dell’ufficio della motorizzazione civile, dove era depositata «la documentazione apparentemente genuina riguardante l’adempimento dell’Iva da versare sui singoli autoveicoli importati dagli altri stati dell’Unione Europea». La documentazione che fu poi sequestrata fu il risultato di segnalazioni effettuate dagli stessi uffici della motorizzazione: grazie alle carte false, infatti, si otteneva il rilascio di targhe italiane, carta di circolazione e certificato di proprietà, completando la totale messa in regola dei mezzi con il modus fraudolento messo in atto dalla responsabile. Questo avrebbe portato ad evitare il pagamento delle tasse previste, pari ad una cifra complessiva di 22mila e 220 euro, così come conteggiato dal cumulo delle pratiche portate avanti, con l’obiettivo raggiunto dalle truffe finito al centro del procedimento penale in questione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino