Avvocato infedele, i clienti perdono la casa

Avvocato infedele, i clienti perdono la casa
Infedele patrocinio, truffa aggravata e appropriazione indebita. Sono questi i capi di imputazione che hanno portato in aula, in qualità di imputato, un avvocato di Castel...

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Infedele patrocinio, truffa aggravata e appropriazione indebita. Sono questi i capi di imputazione che hanno portato in aula, in qualità di imputato, un avvocato di Castel San Giorgio. A far scattare la denuncia nei confronti del legale, difeso dagli avvocati Sabato Romano e Rino Carrara, è stato il suicidio di un imprenditore dell’agro nocerino la cui azienda produceva plastica. Secondo l’accusa, l’avvocato Pasquale Zambrano, non avrebbe tutelato gli interessi dell’imprenditore in un momento molto difficile per la sua azienda tanto da agevolare, con la sua condotta, anche la perdita della casa di famiglia. È stata proprio la presa di coscienza che tutto era finito a spingere poi l’uomo al suicidio. Subito dopo la morte dell’uomo, la figlia e la moglie hanno cercato di capire cosa fosse accaduto e quando si sono rese conto che vi era procedura di esecuzione immobiliare sulla propria casa, hanno dato mandato a Zambrano, di cui il padre e marito si fidava, di procedere con una trattativa con la banca. Trattativa che sarebbe andata in porto anche se l’avvocato, ottenuti i soldi dalle eredi dell’imprenditore morto, li avrebbe poi intascati facendo così saltare gli accordi precedentemente raggiunti. Una situazione che, in breve tempo, è venuta alla luce. Di qui la denuncia in Procura dall’avvocato Stefania Forlani, difensore delle due figlie dell’imprenditore, e il rinvio a giudizio di Zambrano. Nel corso della prima udienza, però, dal dibattimento sono usciti ulteriori dettagli che potrebbero aggravare la posizione del legale: dai tabulati telefonici risulterebbero una serie di telefonate tra l’avvocato infedele e quello che poi sarebbe diventato l’acquirente della casa messa all’asta.

Ma procediamo nel dettaglio. I reati sono stati commessi tutti a Cava de’ Tirreni, nel 2011. Il tribunale di Nocera, però, ha dichiarato successivamente la propria incompatibilità territoriale per il giudicio dal momento che la maggior parte dei reati è da rapportare a procedimenti in essere presso l’ufficio Esecuzioni che si trova a Salerno. 

Secondo la Procura, Zambrano sarebbe stato «infedele ai propri doveri professionali» arrecando danni agli interessi dei propri assistiti relativamente ad una procedura esecutiva immobiliare pendente dinanzi al tribunale di Salerno e promossa dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna. I fatti si riferiscono al periodo successivo alla morte dell’imprenditore e, in quella circostanza, le parti da lui assistite erano una figlia e la moglie dell’imprenditore. A seguito di una trattativa con l’istituto di credito, Zambrano era riuscito a definite la posizione debitoria delle due donne. Così si fece consegnare un assegno di oltre quindicimila euro per risolvere i problemi bancari. Ma quel denaro non è mai finito nelle casse dell’istituto, bensì sul suo conto corrente. Non avendo ottenuto il pagamento, la banca diede il via alla vendita all’asta dell’appartamento. E non solo. L’avvocato aveva anche prospettato alle due donne dio poter accedere ad un contratto di finanziamento a condizioni particolarmente vantaggiose ricorrendo alla consulenza di un importante studio legale e ottenendo così ulteriori 1.700 euro dalle due donne. Finanziamento, di fatto, mai contratto.
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Il Mattino