La babygang del «pizzo»: estorsioni ai negozi dei bengalesi

La babygang del «pizzo»: estorsioni ai negozi dei bengalesi
Una gang, composta da dodici ragazzi tra minorenni e maggiorenni, dedita ad atti intimidatori ed estorsioni nei confronti di cittadini stranieri che gestiscono alcune...

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Una gang, composta da dodici ragazzi tra minorenni e maggiorenni, dedita ad atti intimidatori ed estorsioni nei confronti di cittadini stranieri che gestiscono alcune attività commerciali del centro storico. Due componenti della banda, un 16enne (C.C. per il quale il giudice Enzo Di Florio del Tribunale per i Minorenni ha disposto la misura cautelare in una comunità) così come un maggiorenne (per il quale si procede separatamente), sono già stati identificati mentre gli altri sono in via di identificazione.


I due indagati, insieme agli altri, tra i mesi di aprile 2017 e luglio scorso, si sarebbero recati quasi quotidianamente nell’attività commerciale di via Roma gestita da due fratelli bengalesi pretendendo di consumare cibo ed asportando bibite dal frigorifero senza pagare o pagando solo parzialmente, ma anche compiendo atti vandalici come cospargere la sabbia all’interno del negozio o buttare per aria sedie ed altre suppellettili presenti nel negozio. In un’occasione i due indagati già identificati, insieme ad altri tre componenti della gang, nei confronti di uno dei due fratelli stranieri avrebbero pronunciato frasi del tipo «devi darci i soldi altrimenti ti distruggiamo e ti facciamo chiudere l’attività. Noi a Salerno siamo forti».


E solo l’intervento della polizia, allertata da uno dei due fratelli stranieri (6 luglio scorso), ha evitato il pagamento della somma di denaro. In quell’occasione alla polizia arrivò anche la telefonata da un tale R.D.G. e, giunti sul posto, gli agenti oltre ai due titolari dell’attività commerciale trovarono anche altre due persone (l’adulto un 16enne) e furono proprio questi ultimi a parlare di una lite insorta con i due stranieri che - a loro dire - li avrebbero cacciati in malomodo dal locale. I proprietari del negozio fornirono una versione completamente diversa indicando nei due giovani - insieme a molti altri - i protagonisti di più richieste estorsive. Una delle due vittime, alla polizia, ha raccontato come fosse costretto da tempo a sopportare razzie all’interno del suo negozio da un gruppo di giovani di cui facevano parte sia il minorenne che il maggiorenne Leggi l'articolo completo su
Il Mattino