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«Ho fatto il mio dovere, tutelare la vita di chi arriva in spiaggia e invece sono state picchiato come un animale». Gerardo Diotaiuti è uscito dall’ospedale San Luca. Il bagnino 19enne di Marina di Camerota, ha i segni evidenti dell’aggressione. Porta al collo un grosso collare, dovrà tenerlo per un po’ di giorni a seguito dell’aggressione che ha subito martedì pomeriggio sulla spiaggia della Calanca. Ieri mattina il ragazzo è tornato in spiaggia.
Non potrà riprendere presto a lavorare ma ha voluto far ritorno dove è stato brutalmente aggredito. A picchiarlo è stato un turista di 33 anni originario di Napoli che non avrebbe gradito l’invito del bagnino a restare a riva perché il mare era agitato. «Non mi aspettavo una reazione così violenta - ribadisce Gerardo - ero preoccupato per le condizioni del mare. Avevo da pochi minuti soccorso in acqua una coppia di bagnanti. Per cui ho inviato gli altri a rimanere a riva. Il turista napoletano infastidito ha iniziato invece a prendermi a pugni». Gerardo ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari. Sull’accaduto il 19enne ha intenzione di presentare denuncia «mi sto consultando con il mio avvocato su come procedere, perché - dice - questi fatti non possono passare in silenzio».
Ma tiene a precisare «Non nutro alcun rancore nei confronti del mio aggressore anche se sono ancora in attesa delle sue scuse». Alla rabbia e alla tristezza è subentrata la consapevolezza di fare parte di una comunità sincera e solidale. «Ringrazio innanzitutto il sindaco Mario Salvatore Scarpitta per le bellissime parole di elogio spese nei miei confronti, ringrazio don Gianni Citro e Luigi Martino per essersi, entrambi, interessati immediatamente alla vicenda e poi i miei amici e tutti coloro che con un semplice messaggio hanno contribuito a rasserenarmi». Gerardo ha sentito l’esigenza di raccontare quanto gli è accaduto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul bisogno impellente di garantire una maggiori tutele a tutti coloro che portano avanti la sua professione di bagnino. «Non si può rischiare la vita, mentre si cerca di salvare la vita di altre persone».
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Il Mattino