Bare e indumenti dei defunti abbandonati al cimitero: a giudizio l'ex presidente Seta

Bare e indumenti dei defunti abbandonati al cimitero: a giudizio l'ex presidente Seta
NOCERA INFERIORE - Era il 2 novembre del 2011, il giorno dei defunti, quando i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore piombarono alle spalle del cimitero...

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NOCERA INFERIORE - Era il 2 novembre del 2011, il giorno dei defunti, quando i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore piombarono alle spalle del cimitero cittadino, disponendo il sequestro dell’intera area. Il motivo? La presenza di bare, ammassate l’una sull’altra, in stato di abbandono insieme ad indumenti fatiscenti appartenenti a defunti, corone di fiori, detriti e residui di lavori edilizi. Uno spettacolo osceno, che costrinse la procura a disporre il sequestro di quell’area di circa 800 metri quadri, dopo le segnalazioni di molti cittadini. La zona, in uso alla struttura del cimitero cittadino, fu utilizzata come una discarica non autorizzata di rifiuti urbani e speciali, in gran parte provenienti da attività di esumazione ed estumulazione. A distanza di anni, per quei fatti, è stato ora istituito un processo a carico dell’ex legale rappresentante della Seta, la società (oggi in liquidazione) un tempo adibita alla raccolta di rifiuti nel comune di Nocera Inferiore, oltre che in quello di Cava de’ Tirreni. Nel decreto di citazione diretta a giudizio, firmato dal procuratore Gianfranco Izzo (tra le cui deleghe c’è proprio quella per i reati ambientali), all’ex gestore viene contestato l’articolo 256 della legge 152/2006, ovvero «attività di gestione di rifiuti non autorizzata». In sostanza, la Seta avrebbe «consentito o comunque eseguito l’illecita attività di gestione di rifiuti speciali e pericolosi, lasciandoli accumulare e smaltire nell’area cimiteriale senza le prescritte autorizzazioni».


Oltre a residui di attività di demolizione edili, in quella zona furono rinvenuti cinque pneumatici, marmi per lapidi, materiale ligneo usato per bare di seppellimento, residui di oggetti di zinco e ottone e di indumenti di defunti esumati. Tutti depositati su un “nudo terreno”, completamente recintato in uso al cimitero, ma in a





ssenza di un’autorizzazione ambientale.
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Il Mattino