Battipaglia, tamponi ai dipendenti comunali: i messaggi della vergogna a tutti i cittadini

Battipaglia, tamponi ai dipendenti comunali: i messaggi della vergogna a tutti i cittadini
Qualcuno li ha già ribattezzati come i «messaggi della vergogna». Si tratterebbe dei messaggi che, la mattina del 15 aprile scorso, sarebbero circolati nelle...

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Qualcuno li ha già ribattezzati come i «messaggi della vergogna». Si tratterebbe dei messaggi che, la mattina del 15 aprile scorso, sarebbero circolati nelle chat WhatsApp di privati cittadini di Battipaglia, in provincia di Salerno, con cui sarebbero stati invitati a fare i tamponi destinati alle fasce più esposte. Un’attività che l’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, aveva lanciato per uno screening di massa, partendo appunto da quanti esposti al rischio di contagio per via delle proprie attività professionali o di volontariato.


La notizia, come tuttavia dimostrerebbero i messaggi - che, a quanto scoperto, non sono da attribuire ad amministratori pubblici - si sarebbe diffusa anche fra chi non avrebbe dovuto prendere parte allo screening. E se qualcuno ha resistito alla tentazione di recarsi al Comune per sottoporsi al tampone, qualcun altro invece è andato a Palazzo di Città, nonostante le restrizioni imposte dalla quarantena. È il caso di alcuni consiglieri comunali e delle rispettive famiglie, come dimostrano poi i casi di positività riscontrati alla consegna dei risultati dei test che hanno portato allo scoperta di sei persone positive. Di queste, solo in un caso si tratta di una dipendente comunale e solo un dipendente della società municipalizzata Alba. Nei restanti casi, invece, è risultato positivo un consigliere comunale, le congiunte di altri due consiglieri comunali e un tecnico addetto al Consiglio, esterno al personale comunale.

Per sua stessa ammissione, il sindaco Cecilia Francese aveva deciso di sottoporre a 250 test le fasce più esposte della popolazione. In particolare, la prima cittadina battipagliese aveva spiegato così le operazioni: «Abbiamo iniziato dalle categorie più esposte come personale dipendente in servizio, dipendenti della partecipata Alba, guardie ambientali, personale delle farmacie del territorio, personale volontario impegnato nell’ex Scuola De Amicis nel progetto Spesa Solidale, polizia ferroviaria, cittadini ed amministratori comunali che si sono ritrovati in prossimità della casa comunale e che volontariamente hanno deciso di sottoporsi ai test».


I test eseguiti su persone non esposte aveva già scatenato un putiferio di polemiche, sia da parte delle opposizioni politiche, sia da parte di alcuni pezzi della stessa maggioranza. Anche alcuni medici di base hanno manifestato le loro perplessità sulla decisione di sottoporre a test cittadini che si trovavano nei pressi del Comune. E con i messaggi che circolano, la tensione è destinata ancora a crescere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino