Neonata gettata nella siepe, ecco i nodi dell’inchiesta

Neonata gettata nella siepe, ecco i nodi dell’inchiesta
L’inchiesta sull’omicidio della piccola Maria è destinata a proseguire ancora per un lungo periodo. Tanti, ancora, sono i nodi da sciogliere per la Procura di...

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L’inchiesta sull’omicidio della piccola Maria è destinata a proseguire ancora per un lungo periodo. Tanti, ancora, sono i nodi da sciogliere per la Procura di Nocera Inferiore, alla luce dell’ordinanza del gip del tribunale, che ha confermato il carcere per Margherita Galasso, la 41enne ritenuta colpevole della morte della neonata, lanciata dal secondo piano di casa. Mentre ha invece scarcerato il marito della donna, Massimo Tufano, 47enne, sul quale non vi sono allo stato elementi tali da ritenerlo complice o coinvolto nel delitto. Il lavoro degli investigatori, coordinato dal pm Roberto Lenza, non si ferma


Nei prossimi giorni, nella casa di Roccapiemonte a via Roma arriveranno i carabinieri del Ris di Roma. Gli uomini del reparto investigazioni scientifiche effettueranno un sopralluogo presso la casa dei due indagati, alla ricerca di nuove ed eventuali tracce di reato, estendendo la loro attività su elementi collegati o riconducibili alla coppia. Ai fini dell’indagine, toccherà poi attendere sessanta giorni per il deposito dell’autopsia, che dovrà fornire chiarimenti sulla genesi delle lesioni rinvenute sul corpo della neonata, ed eventualmente se legate al suo decesso. Poi l’esame del Dna, per stabilire se la bimba fosse figlia di Tufano. Una circostanza, questa, oggetto di un approfondimento, alla luce delle dichiarazioni rese dall’uomo al gip, al quale avrebbe riferito di non essere certo di essere il padre della piccola. La ristrettezza dei tempi, infatti, non ha reso possibile, come ha spiegato anche il giudice, di avere ad oggi un quadro completo dei fatti. Andrà chiarito, ad esempio, quanto le patologie di cui è affetta la donna abbiano inciso sull’eventuale azione omicidiaria. Sia la difesa dell’indagata, legali Giovanna Ventre e Stefano Della Corte, sia quelli dell’indagato, avvocati Michele Tedesco e Antonio Lauro, avevano prodotto documentazione in tal senso, per provare i disturbi di natura psichiatrica passati e attuali dell’indagata. Ancora, i rapporti tra l’uomo e la donna, caratterizzati da difficoltà passate e da un apparente distacco dall’inizio dell’anno, quando Tufano era ritornato insieme al figlio, in casa, dopo un precedentemente allontanamento. L’uomo ha negato ogni addebito, spiegando di non sapere della gravidanza della donna e di non essersi accorto che la stessa avesse partorito. Proprio riguardo a quanto dichiarato dall’indagato, la Procura dovrà lavorare su ulteriori approfondimenti: tra questi, la natura e la risalenza nel tempo delle tracce ematiche trovate fuori e all’interno della casa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino