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Prima di decidere a chi affidare la bambina di 2 anni, lanciata dal padre dalla finestra di casa, al terzo piano di una palazzina di Fisciano, il giudice presso il Tribunale dei minori ha chiesto ulteriori informazioni ai servizi sociali del Comune. Il personale, infatti, dovrà integrare con nuove informazioni la capacità genitoriale della madre della piccola, che da una settimana si trova in compagnia della figlia, in ospedale, al Santobono a Napoli. Non è escluso, a questo punto, che in caso di riscontro positivo, la bambina possa tornare a casa in compagnia della donna.
Dal dossier dei servizi sociali era emerso il forte legame che la piccola ha con i nonni paterni, con i quali ha trascorso la maggior parte del suo tempo, a causa del lavoro di entrambi i genitori. Non erano inoltre emersi problemi all’interno di quel nucleo familiare. Così come non erano mai stati segnalati problemi di alcun tipo agli stessi uffici. I nonni, sarebbero disponibili a tenere la bambina, come già fatto per tanto tempo in virtù dei buoni rapporti che pure sono stati documentati tra i suoceri e la nuora.
Oggi, invece, gli avvocati di G.D.A. - i legali Tommaso Amabile e Silverio Sica - faranno visita al proprio assistito in carcere. Lunedì discuteranno ricorso al Tribunale del Riesame, per una misura alternativa al carcere. Il 40enne è accusato del tentato omicidio della figlia di 2 anni, lanciata - come da sua stessa ammissione - dalla finestra di un bagno di servizio. Nel frattempo, la Procura di Nocera Inferiore - nella figura del sostituto Roberto Lenza - chiederà una perizia psichiatrica per il 40enne. Un atto necessario, alla luce del contenuto dell’interrogatorio reso al gip, prima di chiudere l’indagine.
Giorni fa, l’uomo aveva confessato al giudice di aver lanciato la figlia dalla finestra di casa, dopo aver sentito per giorni «la voce di Dio che mi diceva di farlo». Pochi giorni prima dell’accaduto, infatti, aveva chiamato i carabinieri, dopo aver ricevuto un pacco postale. All’interno c’era un termometro, ma l’indagato sospettava la presenza di una bomba per la figlia. Sul posto giunse un’ambulanza, che affidò l’uomo alla visita di un neuropsichiatra. Dal colloquio, emerse una situazione di forte stress ed esaurimento, con la prescrizione di almeno due farmaci. I prodotti prescritti all’uomo servono a chi soffre di agitazione, disordini di personalità e per il trattamento della schizofrenia. Farmaci che l’uomo assunse due volte, la sera precedente e la mattina dei fatti, prima di lanciare la piccola dalla finestra.
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