«Mio figlio ha rischiato di morire, nessuno ci ha aiutati. Le auto erano parcheggiate al centro della strada, i vigili urbani non c’erano». Annalisa P. ha un...
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«Giunti sul sagrato del santuario, non c’era posto. Con l’auto di mio marito abbiamo raggiunto il serbatoio dell’Ermice». Trovato un posto per la Fiat Multipla, Annalisa, suo marito e i due figli non hanno fatto in tempo ad arrivare in chiesa: «Mio figlio si è sentito male, è sprofondato in uno stato soporoso per colpa dell’epilessia». La visita al santuario è saltata. Il papà del bimbo ha riavviato il motore e si è diretto verso l’ospedale. Questione di minuti, di vita o di morte: «Quando siamo arrivati davanti al santuario, il passaggio era ostruito da una decina di auto - racconta Annalisa- i vigili urbani non li abbiamo visti. Mio marito ha iniziato a suonare il clacson, nessuno si è mosso». Da un locale di fronte al santuario è uscito un barista: «Un’ anziana ci ha presi per pazzi, ci ha offesi. Noi speravamo che la gente uscisse dal santuario a spostare le auto. Mio figlio stava morendo - racconta Annalisa- ma nessuno si è mosso». La corsa verso l’ospedale si è bloccata tra le auto in divieto di sosta. La domenica sera, l’ingorgo pericoloso di auto si ripete spesso.
«La Multipla ha degli spigoli molto ampi. Abbiamo aspettato quasi dieci minuti per trovare un varco. Mio figlio boccheggiava, mia figlia piangeva, nessuno ci aiutava. Sono rimasti tutti in chiesa. E ripeto, io i vigili urbani non li ho visti in zona». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino