Dal Brasile al Cilento dopo 120 anni, il sogno dell'ingegnere Jair Orichio

Dal Brasile al Cilento dopo 120 anni, il sogno dell'ingegnere Jair Orichio
Lacrime di gioia e commozione accompagnano le parole di Jair Oricchio, ingegnere chimico brasiliano in pensione, nipote di Gerardo Oricchio, un vallese che come tanti nel 1894...

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Lacrime di gioia e commozione accompagnano le parole di Jair Oricchio, ingegnere chimico brasiliano in pensione, nipote di Gerardo Oricchio, un vallese che come tanti nel 1894 emigrò alla ricerca di un futuro migliore. Jair è l’unico dei discendenti ad essere venuto in Cilento alla ricerca delle proprie origini, dopo 120 anni e a seguito di un primo contatto avvenuto nel 2010 grazie ad una nipote che ha richiesto la cittadinanza italiana. Giuseppe Palladino, fotografo diocesano e sensibile alla tematica dell’emigrazione, si è messo in contatto con la famiglia e ha potuto conoscere la famiglia Oricchio e Jair, facendogli vedere i luoghi ritratti nelle fotografie ereditate dal nonno, Gerardo Oricchio, come segno indelebile di un ricordo e una speranza di protezione nel viaggio. Al momento della partenza, infatti, il nonno portò con sé tre foto, raffiguranti la fontana dei Quattro Leoni, la Madonna del Monte e San Pantaleone, che per Jair sono divenuti simboli di un’origine da scoprire, di una radice impressa nei geni e nel cuore, di un legame profondo con Vallo della Lucania e i parenti sconosciuti da abbracciare e vedere. Inevitabile la commozione e la gioia che traspare dal volto di Jair soprattutto dopo essere stato al santuario del Sacro Monte, grazie alla guida esperta di Giuseppe Palladino. All’epoca delle emigrazioni i cilentani, prima di partire, si recavano al santuario per chiedere con canti, suoni e lacrime, la protezione della Madonna, affinché, sotto il suo manto celeste, li accompagnasse verso un futuro di prosperità per sé e i propri cari. Alcuni scrivevano persino il loro nome su pietra. La mano di Jair che tocca quelle sacre mura per la prima volta è in realtà la mano invisibile del nonno Gerardo, che ringrazia la Madonna per essere tornato in Cilento attraverso il caro nipote.
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Il Mattino