«Il loro figlio era vittima di bullismo da parte di un compagno di scuola perché si contendevano una ragazzina. Me lo rivelarono i genitori di un alunno, durante un...
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È difficile, tuttavia, che i ragazzini raccontino ciò che accade. «Le nuove generazioni rileva Senatore assumono un atteggiamento timoroso, quasi omertoso. La paura predomina». Nelle centododici pagine, edite da AreaBlu Edizioni, le due autrici, attraverso i racconti dei ragazzi, analizzano un fenomeno che tende sempre più a precocizzarsi e ad assumere forme gravi in età adolescenziale. È il caso di Giacomo (nome di fantasia) che ha da poco compiuto quindici anni, indirizzato, dalla famiglia e dalla scuola, ad una consulenza psicologica specialistica. «Da circa un anno ricorda Maria Anna Formisano - assume condotte aggressive nei confronti dei genitori, di se stesso, degli insegnanti e degli altri in genere». Giacomo ha picchiato un amico, responsabile, secondo lui, di averlo guardato storto, di averlo denigrato e deriso. Ha aggredito la madre, verbalmente e fisicamente. Ma anche se stesso. È autolesionista. «È stato per tre mesi chiuso in camera aggiunge Formisano - vivendo per scelta in una sorta di ritiro individuale tra le mura domestiche». Giacomo viene descritto dai genitori come un ragazzo sveglio, ma mai violento. «Mostra, però, - chiarisce - difficoltà a stare per molto tempo in uno spazio aperto. Vive in ansia e con disturbi del sonno e attacchi di panico». Così si scopre che Giacomo è stato vittima di cyberbullismo. «Viene torturato rileva Formisano in chat da vari falsi profili social dove è insultato e definito ragazzo senza coraggio. Si rintana in casa perché ha paura, ma un giorno decide di vincerla e aggredisce la madre». La paura è vinta, pensa lui. È pronto per diventare un bullo. «Questo è quanto può accadere nella mente della vittima di bullismo: si può passare dallo status di vittima allo status di carnefice».
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Il Mattino