SALERNO - Buone notizie per i risparmiatori che hanno investito in buoni postali di durata trentennale. Una recente pronuncia del Tribunale di Nocera Inferiore ha accolto il ricorso di alcuni...
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La questione riguarda molti risparmiatori che negli anni Ottanta avevano investito i propri risparmi in buoni fruttiferi postali. Numerose famiglie avevano scelto questa forma di investimento che dava la possibilità di garantire una discreta somma da destinare agli eredi. Erano in tanti che in occasione delle varie ricorrenze sceglievano come regalo per figli e nipoti un buono fruttifero postale. Era considerata la migliore forma di investimento per il futuro. La caratteristica di quei titoli era di prevedere la maturazione di interessi secondo la percentuale che risultava dalla tabelle posta nella facciata posteriore del titolo. La questione riguarda in particolare i buoni fruttiferi postali contrassegnati dalla serie “O”, emessi nel 1982 e nel 1983. Secondo la previsione indicata sul buono la consistente somma che i risparmiatori avrebbero potuto riscuotere dopo venti anni sarebbe stata ulteriormente incrementata con ulteriori interessi maturati ogni due mesi se la riscossione fosse avvenuta al trentesimo anno. Un meccanismo che ha indotto molti risparmiatori a scegliere questo tipo di investimento.
In tanti però hanno avuto una brutta sorpresa allo sportello postale, quando alla scadenza del trentesimo anno si sono visti corrispondere gli interessi in misura notevolmente inferiore. Da qui la decisione di rivolgersi all’autorità giudiziaria per far valere il diritto a ottenere gli interessi nella misura fissata al momento della sottoscrizione e riportata sui buoni fruttiferi. Il giudice Gustavo Danise della prima sezione civile del tribunale di Nocera Inferiore ha accolto il ricorso proposto dal Codacons per alcuni risparmiatori, condannando Poste Italiane a pagare sia gli interessi nella misura originariamente stabilita sia quelli legali, calcolati dal giorno della domanda giudiziale fino al momento del pagamento, oltre alle spese processuali. «E’ una grande soddisfazione il giudice ha ritenuto prevalenti le ragioni dei risparmiatori, accogliendo la tesi da noi sostenuta che debbano correttamente applicarsi gli interessi stabiliti al momento della stipulazione del contratto» ha affermato l’avvocato della sezione salernitana del Codacons, Raffaella D’Angelo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino