L'obiettivo era di irrobustire la compagine societaria così da poter partecipare, sotto l'ombrello della Conscoop, ad una serie di appalti in tutta Italia a...
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I REATI
L'articolata attività d'indagine ha portato ieri all'esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Forlì: uno in carcere e due ai domiciliari, e ad indagare altre quattro persone, tra le quali i due salernitani. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo di concorso in estorsione continuata e aggravata, corruzione per l'esercizio della funzione, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale e false informazioni al pubblico ministero.
GLI INDAGATI
Le posizioni più gravi sono quelle del presidente e di un ex dirigente del consorzio di cooperative Conscoop con sede in Forlì, e un ingegnere, funzionario tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico, membro dell'ufficio ministeriale responsabile della metanizzazione del Mezzogiorno. Coinvolta anche l'attuale dirigente amministrativa del Consorzio Conscoop, destinataria di un avviso di garanzia. Quindi il commercialista romano e i due dirigenti di Salerno Energia Holding.
L'INCHIESTA
È partita a gennaio 2017 a luglio 2018 e ha riguardato, in particolare, un appalto vinto da una società consorziata alla Conscoop che, nel 2009, si era aggiudicata la gara per la costruzione e gestione del sistema di metanizzazione nel Comune di Terzigno, finanziato con fondi statali, per un importo originario di circa 4 milioni di euro. Nel corso dell'attività investigativa è emerso come i vertici di Conscoop facevano pressione su alcuni dei professionisti che collaboravano con società controllate dal consorzio stesso per la progettazione e realizzazione dei propri progetti:i tecnici, per poter ottenere successivi incarichi dalla società o per vedere sbloccati i pagamenti di prestazioni già fornite, erano ripetutamente costretti a consegnare ai capi del consorzio somme di denaro, alcune migliaia di euro ogni volta.
In particolare è stato accertato che un ingegnere progettista abbia dovuto consegnare nell'arco di 5 anni, 200mila euro. Parte di tali somme veniva poi utilizzata dai vertici Conscoop per pagare tangenti al funzionario ministeriale, responsabile dell'attuazione del Programma di metanizzazione del Mezzogiorno, per ottenere la proroga del termine per il completamento dei lavori relativi al metanodotto del Comune di Terzigno. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino