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Cinque anni fa la vettura è stata oggetti di rilievi della Scientifica ma senza esiti soddisfacenti e lasciata quindi in sicurezza in una zona protetta. In seguito al rinnovato interesse per il caso e dopo un’intuizione degli uomini guidati dal capitano Roberto Bertini si è riusciti a comprendere che l’auto appartiene a una persona che risiede in Francia. In seguito a ciò è stata interessata l’Interpol affinché si possa ritrovare la persona legata alla vettura. Un vero e proprio mistero, insomma, quello dell’identità del cadavere di Petina. Ricordiamo di che si trattava di una persona di circa 30 anni, muscolosa, con vestiti adatti al trekking ma senza segni distintivi.
Negli alberghi della zona non sono risultate persone assenti e non ci sono state denunce. Medesimi dubbi sulla vettura, sui possibili collegamenti con il deceduto e sull’assenza di targa. Infine, come mai una persona che ha deciso di togliersi la vita si è gettata di schiena e non di faccia? La «pista francese» potrebbe risolvere questi aspetti oscuri sulla vicenda dello sconosciuto.
Il Mattino