Cadavere senza nome ritrovato a Petina, inquirenti al lavoro sulla «pista francese»

Lo sconosciuto trovato morto non è il giovane sparito a Bari. Le indagini ripartono da un’auto estera abbandonata ad Auletta

L'auto abbandonata
Lo sconosciuto di Petina, l’uomo trovato privo di vita in montagna circa cinque anni fa, non è il ragazzo scomparso dalla provincia di Bari nel 2017. L’esito...

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Lo sconosciuto di Petina, l’uomo trovato privo di vita in montagna circa cinque anni fa, non è il ragazzo scomparso dalla provincia di Bari nel 2017. L’esito dello studio delle foto a colori del deceduto concesse dalla Procura di Lagonegro alla famiglia pugliese hanno dato esito negativo. Tuttavia qualcosa è accaduto. Ora c’è una «pista francese» per identificare lo sconosciuto di Petina, ciò grazie all’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Sala Consilina e dell’associazione Penelope che ha posto attenzione sul caso.  Qualche settimana fa l’avvocato Pasquale Pellegrino ha chiesto alla Procura di Lagonegro - con il supporto della collega Valentina Gasaro - di accedere al dossier sullo sconosciuto di Petina per capire se potesse essere il figlio dei suoi assistiti. Il caso di Petina era, ed ancora è, chiuso come suicidio in quanto secondo la prima ricostruzione la morte è avvenuta in seguito al volo, volontario, da circa 40 metri. Tuttavia qualcosa non è mai quadrato. Il cadavere è stato trovato privo di documenti e cellulare. Ma gli accertamenti realizzati nelle ultime settimane hanno spinto gli inquirenti a una complessiva rivalutazione della vicenda e degli elementi di prova. Tra questi un’auto che, circa un mese dopo il ritrovamento del cadavere, era stata trovata abbandonata sempre in montagna. L’auto, una Peugeot grigia senza targa, è stata scoperta ad Auletta non molto distante, in linea d’aria, da Petina e dalle pendici della parete rocciosa dove era stato trovato l’uomo.

Cinque anni fa la vettura è stata oggetti di rilievi della Scientifica ma senza esiti soddisfacenti e lasciata quindi in sicurezza in una zona protetta. In seguito al rinnovato interesse per il caso e dopo un’intuizione degli uomini guidati dal capitano Roberto Bertini si è riusciti a comprendere che l’auto appartiene a una persona che risiede in Francia. In seguito a ciò è stata interessata l’Interpol affinché si possa ritrovare la persona legata alla vettura. Un vero e proprio mistero, insomma, quello dell’identità del cadavere di Petina. Ricordiamo di che si trattava di una persona di circa 30 anni, muscolosa, con vestiti adatti al trekking ma senza segni distintivi. I dubbi sono tanti: innanzitutto su come abbia raggiunto quella zona impervia senza auto. Non solo.

Negli alberghi della zona non sono risultate persone assenti e non ci sono state denunce. Medesimi dubbi sulla vettura, sui possibili collegamenti con il deceduto e sull’assenza di targa. Infine, come mai una persona che ha deciso di togliersi la vita si è gettata di schiena e non di faccia? La «pista francese» potrebbe risolvere questi aspetti oscuri sulla vicenda dello sconosciuto.
 

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Il Mattino