Per la morte del 54enne carabiniere Giuseppe Arundine, investito e ucciso il 23 marzo del 2017, mentre era sulla corsia di emergenza dell’A30, all’altezza di Mercato...
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La vittima, originaria di Capaccio e in servizio a Napoli come brigadiere capo, si era fermato in autostrada per un problema all’auto. Dopo poco, giunse anche il carro attrezzi. Secondo le accuse, il nocerino, alla guida di un furgone Fiat Iveco, avrebbe curvato verso destra e invaso la corsia di emergenza, colpendo con la calotta dello specchietto retrovisore destro dell’autocarro la testa del carabiniere. A seguito dell’impatto e per l’effetto dell’urto, il 54enne fu sbalzato in avanti andando a finire a ridosso del cassone del carro attrezzi. Morì a seguito di uno «choc traumatico ed un gravissimo politraumatismo produttivo di estese e diffuse lesioni tegumentarie, ossee e viscerali». Pur sbandando e rallentando a seguito dell’impatto, il nocerino non si fermò, dandosi alla fuga e proseguendo la marcia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino