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Diciotto nuovi capi di imputazione sui quali far luce. La Dda presso la procura di Salerno ha chiesto ed ottenuto dal gip Alfonso Scermino una proroga di indagine a carico di Massimo Cariello ed altre quaranta persone relativamente ad una seconda inchiesta che rischia di travolgere l’ex sindaco di Eboli. Il termine di scadenza è a settembre di quest’anno.
Tornano sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, non soltanto i rapporti tra Cariello e Gennaro La Marca relativamente alla «illecita assegnazione di un’area pip» (il reato contestato è di abuso d’ufficio) oppure l’induzione indebita a dare o promettere utilità, relativamente ad alcuni dipendenti comunali sui quali l’ex primo cittadino faceva pressione, ma soprattutto una serie di servizi essenziali il cui affidamento sarebbe stato fatto contro legge. L’ipotizzata turbata libertà degli incanti riguarda molti settori nevralgici sotto il profilo delle politiche sociali e gare espletate anche in diversi periodi temporali, anche per lo stesso servizio. In particolare riguardano l’assistenza domiciliare integrata alle persone anziane non autosufficienti; quella specialistica agli alunni con disabilità grave, nelle scuole dell’infanzia; i servizi di accoglienza immigrati; la gestione delle aree di sosta, pulizia, manutenzione e vigilanza sul litorale del comune di Eboli; la gestione impianto di compostaggio per il trattamento delle frazioni organiche (per il quale Cariello ha già ricevuto un avviso di garanzia per violazione delle leggi regionali); ancora l’homecare e tutti i servizi cimiteriali. Capitolo a parte sul quale la procura intende approfondire alcuni aspetti riguarda, poi, il PalaSele. Per quanto riguarda il palazzetto dello sport, qui gli inquirenti cercano di far luce su una serie di aspetti: dall’assegnazione del punto bar interno alla security per finire alla gestione di alcune attività dell’impianto.
Insomma, secondo la procura di Salerno, il «sistema Cariello» veniva applicato a diversi campi e non soltanto, come emerge dalla prima inchiesta, alla assegnazione di personale all’asilo comunale o alle nomine all’interno del Consorzio farmaceutico in cambio di «raccomandazioni» ad alcuni concorsi.
Il Mattino