PAGANI. Non fu colpa di quei due medici, se Carmine Russo, 33enne di Pagani, morì a seguito di un'infezione e dopo essere stato lasciato su di una barella, prima di...
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Al telefono, la guardia medica gli prescrisse una tachipirina che non avrebbe prodotto risultati, tanto che le condizioni dell’uomo peggiorarono, in serata, con uno svenimento evitato dai familiari. Da lì, la corsa in ospedale, a Nocera Inferiore, dopo che a Pagani gli avevano comunicato di dirigersi all’Umberto I. Giunto in pronto soccorso, avrebbe atteso diverse ore prima di essere assistito. Dall’una circa di notte fino alle 4 del mattino su di una barella, fino a quando non giunse il momento del ricovero presso "Malattie Infettive". La situazione precipitò, dopo analisi e consulti, fino al decesso in Rianimazione. La morte avvenne a seguito di una «gravissima sepsi conclusasi con un quadro clinico di insufficienza multi organica, che avrebbe dovuto essere rilevato e affrontato già dalla mattina dell’1 maggio». Secondo gli avvocati difensori, entrambi i medici imputati fecero tutto quanto previsto dal protocollo. Per altre posizioni, la procura aveva chiesto già delle archiviazioni. Toccherà attendere le motivazioni del gup per conoscere nel dettaglio la sentenza di assoluzione. Sposato e con figli, Carmine Russo morì il 2 maggio del 2017. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino