Caso Mandia, l'avvocato: ora negli Usa una Claudio's law

Caso Mandia, l'avvocato: ora negli Usa una Claudio's law
La famiglia di Claudio Mandia, il ragazzo salernitano che si è tolto la vita dopo esser stato messo in isolamento in una boarding school privata di New York, hanno...

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La famiglia di Claudio Mandia, il ragazzo salernitano che si è tolto la vita dopo esser stato messo in isolamento in una boarding school privata di New York, hanno presentato una causa civile presso la Supreme Court della contea di Westchester accusando il direttore Vladimir Kuskovski, il dean Wayne Walton e le psicologhe Chelsea Lovece e Jenna Korn di comportamento inumano e gravissime negligenze. «Mentre era studente alla EF Academy, Claudio ha sofferto orribilmente prima di morire suicida», si legge nell'atto legale illustrato dall'avvocato George Bochetto in conferenza stampa a White Plains, al suo fianco i genitori del ragazzo, Mauro Mandia e Elisabetta Benesatto. Il legale ha detto che la causa servirà a puntare i riflettori «sull'assenza di vigilanza sulle boarding school private nello Stato di New York da parte del suo Board of Education». Bochetto ha detto che l'obiettivo politico è di arrivare a «Claudio's Law», una legge grazie alla quale nessun altro ragazzo faccia la fine di Claudio.

Lo studente liceale di Battipaglia a febbraio si è tolto la vita dopo quasi quattro giorni in isolamento per aver copiato un compito di matematica. Ieri il console a New York Fabrizio di Michele ha partecipato all'incontro con la stampa della famiglia: «La Farnesina - ha detto - attraverso il Consolato, ha seguito la tragica vicenda di Claudio fin dal primo giorno, assistendo i genitori che hanno appreso della sua morte all'atterraggio a New York. Nel rispetto delle prerogative della magistratura americana - ha aggiunto di Michele - continuiamo ad adoperarci affinché si possano stabilire la verità su questo fatto così tragico». Claudio «era un ragazzo solare, carismatico e con molti amici. Era lontano mille miglia dal pensiero del suicidio», ha detto il padre Mauro ricordando che il primo anno del figlio alla EF Academy era stato così di successo che la sorella minore Martina aveva chiesto di poter anche lei frequentare la scuola.

I fratelli erano tornati a casa per le vacanze di Natale ma Claudio aveva preso il Covid che l'aveva costretto a rinviare il ritorno a scuola. Rientrato sul campus, in ritardo sui programmi, aveva appreso della morte di un parente a cui era molto legato: per questo si era rivolto alla psicologa della scuola. Sotto pressione per i voti, il ragazzo si era fatto aiutare da un amico per completare un test: la colpa che lo ha portato all'espulsione e all'isolamento. Con una unica interruzione, il giorno prima che arrivassero i genitori per riportarlo in Italia, quando gli fu permesso di vedere alcuni amici per salutarli: questi hanno detto di aver visto «segnacci» sul collo di Claudio, la dimostrazione che avrebbe già tentato di impiccarsi prima dell'ultimo gesto fatale.

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Il Mattino