Cava de' Tirreni, è allarme ospedale: dopo la Rianimazione chiude un altro reparto

Cava de' Tirreni, è allarme ospedale: dopo la Rianimazione chiude un altro reparto
Resta alta l’attenzione sulle problematiche dell’ospedale Santa Maria dell’Olmo per la carenza di personale che sta provocando una riduzione dei servizi. Da...

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Resta alta l’attenzione sulle problematiche dell’ospedale Santa Maria dell’Olmo per la carenza di personale che sta provocando una riduzione dei servizi. Da qualche settimana, infatti, l’Azienda Ospedaliera San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona ha disposto il ridimensionamento anche del reparto Picc del plesso ospedaliero cavese, all’indomani della sospensione dell’attiva della rianimazione in virtù del trasferimento del personale al Covid Hospital “Da Procida”. In pratica, al Santa Maria dell’Olmo non è più possibile impiantare i Picc, ovvero il dispositivo venoso centrale a medio lungo termine con metodo eco guidato, ai pazienti del territorio che sono in cure palliative, oncologiche e in assistenza domiciliare integrata che necessitano di terapie infusivi effettuate con l’utilizzo del dispositivo venoso, che consente terapie prolungate con farmaci altrimenti lesivi o tossici, come ad esempio la chemioterapia antitumorale. Poiché tale operazione avviene in una sala dedicata in anestesia locale, da quando il personale è stato trasferito a Cava non vengono più effettuati nuovi posizionamenti. 

A portare la vicenda all’attenzione dell’opinione pubblica è stato il movimento politico La Fratellanza. «Di fronte a queste scelte, che continuano a penalizzare i nostri concittadini e un vastissimo bacino di utenza che fa affidamento sul pieno funzionamento della struttura più vicina, occorre una presa di posizione netta ed azioni condivise. Il primo cittadino – spiegano dalla Fratellanza - ha il dovere di farsi promotore di un’azione di protesta pubblica verso la direzione dell’Azienda Ospedaliera». Da palazzo di città fanno sapere che l’amministrazione già nei giorni scorsi ha chiesto spiegazioni al Ruggi. «Con il sindaco Vincenzo Servalli – ha dichiarato l’assessore alle politiche per la tutela della salute, Armando Lamberti - abbiamo espresso al direttore generale del Ruggi, Vincenzo D’Amato, la richiesta di riattivazione immediata di questo importante servizio che serve un bacino di utenza larghissimo e che rappresenta un’eccellenza del nostro stesso presidio. È stato già programmato un incontro per venerdì 21 nel corso del quale, unitamente al direttore sanitario del presidio, Luciana Catena e al primario del reparto di Anestesia e Rianimazione, Ornella Piazza, rappresenteremo la fondatezza, sotto ogni profilo, della nostra richiesta. L’avvio dei lavori al pronto soccorso, programmato il prossimo 26 gennaio – ha proseguito Lamberti - conferma la volontà dell’Azienda di valorizzare il nostro plesso. Anche per questo motivo siamo fiduciosi nell’accoglimento della nostra richiesta. Andiamo avanti con fiducia e determinazione. La tutela della salute infatti, non può essere un elemento di divisione poichè rappresenterebbe una sconfitta per tutti». 

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Il Mattino