Guarito dal Covid dopo un periodo di isolamento di quarantacinque giorni. È la storia di Gianluigi D’Antonio, 34enne di Angri, animatore turistico sulle navi da...
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Un viaggio che si è subito scontrato con l’inizio dell’emergenza Covid e il senso di sfiducia dei viaggiatori, che hanno deciso di non proseguire la crociera. «Quando siamo partiti eravamo 4mila - continua - ma in un paio di giorni siamo diventati 800. Da Rio de Janeiro saremmo dovuti arrivare a Genova il 29 marzo. Invece ci siamo fermati a Lisbona il 22 marzo dove la nave è ferma, con colleghi in quarantena a bordo di una cabina, che non sono ancora riusciti a tornare a casa». Incertezze, notizie frammentarie, in seguito il via libera a rientrare per gli italiani.
«Noi campani - prosegue - siamo tornati a Roma la notte del 25 marzo. La scena più avvilente è stata raggiungere l’aeroporto di Lisbona con un pulmino e salire a bordo dell’aereo, evitando il check-in, come se fossimo degli appestati. Da Roma ho trovato un treno per Napoli dove mia sorella e suo marito sono venuti a prendermi con due auto, in modo da viaggiare separati; è andato tutto bene fino al mattino quando mi sono svegliato con febbre alta e per giorni non sono riuscito a sentire il gusto dei cibi, soprattutto la Coca Cola. Ho avvertito il medico di base, ho chiesto di fare il tampone e sono risultato positivo. Dalle verifiche successive ho saputo che a bordo c’era un passeggero portoghese asintomatico col quale sono stato in contatto durante una serata». Da lì è cominciata la quarantena obbligata di un mese e mezzo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino