In prima, primissima linea, in un ospedale di Madrid. Un medico di Caggiano, Davide Tedesco, sta combattendo senza sosta, sin dal primo giorno, il Covid-19. Lo sta facendo...
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Davide Tedesco vive e lavora in Spagna da tempo, in uno degli ospedali più importanti della capitale. La regione di Madrid resta in Spagna la più colpita dalla pandemia di Coronavirus con circa 4mila decessi e decina di migliaia di contagiati. La situazione nelle terapie intensive nella regione della capitale è la principale preoccupazione per il ministero della Sanità spagnolo. Una situazione drammatica. «Visitiamo ogni giorno decine e decine di persone. In Spagna stiamo avendo un boom di casi che sta mettendo in grande difficoltà il sistema sanitario, si rischia il collasso del sistema. La velocità del contagio è molto maggiore rispetto al tempo di dimissioni». La preoccupazione a migliaia di chilometri di distanza da parte dei suoi familiari è grande, ma il medico salernitano sa bene cosa sta affrontando e come affrontando. «Stiamo lavorando con un sistema di organizzazione spettacolare, nonostante l'emergenza. Sono stati creati dei gruppi dei lavori, con un medico specialista di medicina interna (come Tedesco stesso - ndr) e poi uno per ogni specialità. Ognuno è impegnato e si collabora tra professionisti anche per la logistica».
Lo specialista di medicina interna svolge il compito di capogruppo di lavoro e cerca di delegare le funzioni più adatte a ogni medico con supervisione molto stretta su tutti i procedimenti su trattamenti e decisioni cliniche. Con le armi che sono a disposizione. «I farmaci: abbiamo gli stessi problemi in Italia, la produzione dei farmaci principalmente usati scarseggia, ma stiamo lavorando allo stesso al massimo, fornendo le medicine che abbiamo in giorni ristretti, ha più efficacia. Stiamo studiando una situazione clinica nuova, senza tanti studi chiari e risultati solidi, e c'è variazione tra un ospedale e un altro sulla gestione dei trattamenti ma tutti incamminati sulla stessa direzione, con supporto ventilatorio e gestire infiammazione e diminuire la carica virale dei prossimi giorni».
In Spagna come in Italia la situazione è drammatica. E la si affronta con scienza e umanità. «Stiamo aiutando tutti, prendiamo decisioni difficili, molto difficili, in determinati momenti non esistendo la possibilità trattamenti aggressivi dobbiamo affidarci a trattamenti di supporto. Sono situazioni complicate ma comunque stiamo cercando di offrire a tutti la migliore attenzione possibile, con tutti gli aggiornamenti scientifici, esplorando ogni giorno tutti i database di letteratura scientifica». Il tutto con il supporto della popolazione spagnola, e di chiunque può dare una mano, la polizia porta materiale di protezione personale, le grandi pizzerie portano cibo in ospedale. «C'è una forte solidarietà. Alcuni ricoverati, appena stanno un po' meglio, vogliono lasciare il letto a qualcuno che può stare più male», racconta ancora Davide.
La voce di Davide al telefono è stanca, provata ma piena di orgoglio e concentrazione per portare a termine la sua missione, per superare l'emergenza, aiutare i suoi pazienti e presto riabbracciare la mamma, il fratello e la sorella. Ma senza mai dimenticare l'altro. «Ho affisso un cartello nel mio palazzo, ho invitato tutti a rispettare la quarantena e ho appuntato anche il mio numero di telefono. È per dire a tutti che in questo condominio abita un medico e se hanno bisogno di aiuto possono telefonarmi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino