«Da infermiera a malata di coronavirus, riesco a sentire l'odore del Covid»

«Da infermiera a malata di coronavirus, riesco a sentire l'odore del Covid»
«All’improvviso ho smesso di essere infermiera e sono diventata paziente. Ho pianto una sola volta perché il mostro mi teneva lontana dal mio lavoro. Avevo...

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«All’improvviso ho smesso di essere infermiera e sono diventata paziente. Ho pianto una sola volta perché il mostro mi teneva lontana dal mio lavoro. Avevo dovuto mettere da parte la mia divisa». Lei è Noemi Selene Belmonte, ha 23 anni, infermiera dal 2018, ha prima lavorato al 118 a Sarno e, poi, si è trasferita in Veneto, dove lavora al Policlinico San Marco di Venezia. Fa parte dell’esercito che fronteggia il Covid, e lei, lo scorso 25 aprile quando il tampone è risultato positivo, ha dovuto guardare bene in faccia il virus sentendolo addosso, in ogni parte del suo corpo. Oggi è negativa, e questi giorni sembrano racchiusi tra una bottiglia di vino bianco e una di rosso.

 
«Quando mi hanno comunicato che il tampone era positivo, ho chiuso la telefonata ed ho stappato una bottiglia di vino bianco ghiacciato. Ho bevuto il primo sorso senza sentire alcun sapore. Ero al giorno zero e già priva di due sensi: gusto ed olfatto. Ho avuto mal di testa, vertigini; se parlavo in fretta mi mancava il fiato. Una temperatura corporea in continua oscillazione a distanza di pochi minuti, la schiena a pezzi ed un dolore lombare che mi paralizzava. Se provavo a respirare profondamente avvertivo un odore strano, quasi di bruciato dalle narici fino alla testa. Credo di poterlo definire l’odore del Covid19».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino