Sesta vittima a Cava, addio a «Popof»: il supertifoso ucciso a 46 anni dal virus

Sesta vittima a Cava, addio a «Popof»: il supertifoso ucciso a 46 anni dal virus
In questi giorni tutta Cava de’ Tirreni ha lottato con lui: messaggi via chat e telefonate per sapere se quel virus mostruoso era stato sconfitto. E invece ieri mattina...

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In questi giorni tutta Cava de’ Tirreni ha lottato con lui: messaggi via chat e telefonate per sapere se quel virus mostruoso era stato sconfitto. E invece ieri mattina è arrivata la notizia che nessuno voleva ricevere: Angelo Senatore, da tutti conosciuto con il soprannome di Popof, è morto. È la sesta vittima del coronavirus in città: la più giovane, appena 46 anni. Popof era il terzo figlio maschio di una famiglia di tappezzieri. Lui, invece, fin da ragazzo aveva scelto di fare l’imbianchino. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita nel rione Sala, alla morte dei genitori si era trasferito in via De Filippis con il fratello Marco.

 
«Con lui se ne va un pezzo della nostra città», scrivono in tanti sui social. Popof era, per tanti cavesi, il simbolo di un’intera generazione, ne sono la prova le scritte che ancora sono impresse sui muri della città con il suo soprannome. E lo era diventato grazie alla sua bontà, alla sua educazione, al suo sorriso, al suo essere una persona perbene. Il suo amore per Cava era incondizionato così come quello per la Cavese che seguiva fin da bambino, e che come un vero tifoso non lasciava mai: era aquilotto al Simonetta Lamberti, come in trasferta, nei momenti vincenti, ma in anche in quelli difficili. «Uno di noi - scrivono i tifosi biancoblu - per chi ci guarda da lassù». E poi un messaggio toccante della Curva Sud: «Popof e Basta. Ciao Angelo. Nessuno della nostra grande famiglia blufoncè sarà mai solo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino