C’è chi pur di non trascorrere la quarantena con il coniuge ha fatto le valige senza esitare a lasciare la prole e chi, per paura, ha cominciato a dormire con il...
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A scoppiare sono le famiglie con almeno un figlio e a decidere di farla finita è quasi sempre la donna esasperata da una crisi che, pur affondando le radici nel tempo, non ha più retto alla gabbia della convivenza forzata. Se infatti è vero che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere e che per tanto è già un'impresa vivere insieme sotto lo stesso tetto, è ancora più vero che un conto è convivere con chi spesso è fuori per lavoro, altro è stare ventiquattro ore su ventiquattro fianco a fianco, con chi ormai è diventato un estraneo, e magari pure in una casa piccola dove la condivisione degli stessi ambienti, porta allo sfinimento. Chi viveva da separato in casa, non può infatti nemmeno più confidare nella circostanza di incrociarsi di rado, dovendo invece fare i conti con la dura realtà causata dalla quarantena.
«Mi arrivano decine di telefonate al giorno – spiega l’avvocato Caponigro – ma con la sospensione dell’attività giudiziaria i tempi per la fissazione della prima udienza si sono dilatati e occorrerà attendere la fine dell’anno, data in cui riprenderanno anche i procedimenti già in corso. A Salerno attualmente sono solo due i magistrati che si occupano della separazione giudiziale e ciò causerà alla ripresa dell’attività un inevitabile ingorgo della macchina giudiziaria. Ma se il rinvio delle cause ordinarie è fastidioso ma sopportabile, nel sistema delle relazioni familiari la situazione è molto più complessa. Le famiglie hanno bisogno di risposte veloci». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino