«Mamma, ma papà ha il coronavirus?». Ginevra ha solo 4 anni, sente in tv, ascolta e soprattutto parla con il suo papà che è a Milano. Lei, insieme...
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Dall’altro capo del telefono le raccontano di una “Milano da guerra”. Dalla voce del suo compagno la descrizione di ciò che accade: «Turni assurdi di lavoro, rivolta delle carceri, hanno scortato persino un tir che trasportava tamponi per garantirne la sicurezza». Le immagini e le parole sono dure. Ma Federica desidera andar via anche per altre ragioni. «A volte ho pensato che fosse stato meglio andare via perché sono guardata con sospetto, ho dovuto zittire persone. Sono a Palomonte da prima del Carnevale, ho avvertito il sindaco della mia presenza, ma non c’erano restrizioni e soprattutto stavamo benissimo. In ogni caso ho evitato contatti».
Tornare, dunque, è un desiderio, ma poi arriva la razionalità: «A Milano siamo da soli. Se dovesse accadermi qualcosa, chi starebbe con le mie bambine? Anche per questo non ho voluto azzardare». Sentimenti che si alternano, pensieri che intrappolano la realtà. «Neppure a Milano hanno ben capito la pericolosità - dice - Sembrava tutto normale, ma non è così. Tantissimi arrivano in ospedale, è tutto ingolfato. Spero che vada tutto bene». Ma come l’hanno presa le bambine? «Ginevra che è più grande capisce ciò che accade, nella chat con le altre mamme dei compagni d’asilo si scambiano video e mantengono i rapporti. A volte però, non vedendo il papà, mi chiede se abbia il coronavirus. Le ho spiegato che non ci sono problemi e poi lo vede, ma ha nostalgia, come la sorellina, della sua casa». Federica e le sue bimbe resteranno a Palomonte fino al 3 aprile. «Sono arrivata per stare qualche giorno, con qualche cambio invernale. Mi farò inviare un pacco da casa, starò qui che sarà primavera in pratica. Non immaginavo mai davvero tutto questo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino