Covid, in provincia di Salerno ​raggiunta quota 400 vittime

Covid, in provincia di Salerno raggiunta quota 400 vittime
Raggiunta quota 400 morti nel salernitano. Con i 23 decessi comunicati, ieri, nell'ultimo report settimanale dell'Asl, sono 300 i lutti registrati negli ultimi due mesi....

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Raggiunta quota 400 morti nel salernitano. Con i 23 decessi comunicati, ieri, nell'ultimo report settimanale dell'Asl, sono 300 i lutti registrati negli ultimi due mesi. In aumento anche il numero dei contagi, che passano dai 1.400 della settimana a cavallo di San Silvestro ai 1.700 degli ultimi 7 giorni. Crescono, per fortuna, anche i guariti. Sono 948 le persone in più uscite dall'incubo. Sono 67, intanto, i tamponi positivi comunicati dall'Unità di crisi. Un dato in controtendenza, influenzato dal basso numero di tamponi processati.



È un conto salatissimo, in termini di vite umane, quello che sta pagando il salernitano in questa ondata. Sono 400, infatti, i morti in provincia per l'epidemia, di cui più della metà solo dal primo dicembre, quando i decessi erano stati 190. Un numero che diventa ancora più impressionante se rapportato agli inizi di novembre, con poco più di 100 vittime. È soprattutto la fascia di età tra i 71 e gli 80 anni, con 109 morti, e quella tra gli 81 e i 90 anni, con 158 decessi, la più colpita. Salgono a 28mila 850, invece, i casi rilevati in provincia di Salerno, con un numero di attuali positivi che si attesta a 22mila 426. Un trend di crescita che si conferma da tre settimane. Nella settimana di Natale erano stati poco più di mille in più i nuovi casi, saliti a 1.400 a Capodanno, fino a raggiungere 1.700 con il report di ieri. La scorsa settimana erano stati 27mila 250 i contagi complessivi dall'inizio della pandemia, con i positivi a quota 21.697. Per fortuna, mostrano una impennata i guariti, che salgono a 6.124. Il 5 dicembre erano 5.176. La settimana precedente erano stati quasi ottocento i guariti, mentre le persone alle prese col virus erano 20.781. Il 2020 si è chiuso con 26mila casi di contagio e 360 deceduti. Sono stati 4.180, invece, i guariti, a dimostrazione che soprattutto la seconda ondata post-estate ha fatto sentire i suoi effetti. Per avere la dimensione del fenomeno basta confrontare i dati attuali con quelli di inizio ottobre, quando i numeri sono ricominciati a salire esponenzialmente. Al 6 ottobre erano 1.689 casi complessivi, 631 positivi, 71 deceduti e 987 guariti, con picchi di contagi quotidiani tra i 30 e i 40. A metà novembre si è registrato il record di casi in provincia, con quasi 600 casi. I ricoverati in provincia erano poco più di 40. Sono più di 24mila, dunque, i casi di contagio in tre mesi e 290 decessi, di cui la metà solo nel mese di dicembre. Numeri che segnano l'autunno nero vissuto nel salernitano.


Sono 67 i tamponi positivi comunicati dall'Unità di crisi, di cui a Baronissi 2, Battipaglia 3, Bellizzi 3, Campagna 1, Capaccio Paestum 3, Castel San Giorgio 1, Eboli 1, Fisciano 1, Mercato San Severino 6, Nocera Inferiore 2, Olevano sul Tusciano 4, Oliveto Citra 1, Pagani 1, Palomonte 2, Pellezzano 2, Pontecagnano Faiano 3, Sala Consilina 1, Salerno 22, San Mango Piemonte 1, San Valentino Torio 1, Sarno 3, Scafati 2, Siano 2. La Cisl Fp, intanto, chiede l'istituzione di un protocollo operativo per garantire un processo di umanizzazione tra i familiari e i pazienti covid ricoverati. In questi mesi, i parenti dei malati, spesso, non hanno più avuto un contatto con i loro congiunti, alcuni dei quali poi deceduti senza l'ultimo saluto, da soli e senza alcun conforto dei beni più cari. Seppur nell'immediato i più sensibili si siano attrezzati con i-pad e contatti tramite whatsapp, sarebbe opportuno, secondo la sigla sindacale, prevedere in questa fase il contatto con il malato. «Sarebbe anche un modo per poter permettere di elaborare il lutto ovvero in tutti i casi, dal decesso alla guarigione dopo lunga malattia, gli effetti psicologici e psichiatrici della pandemia in atto, che per malati e congiunti di qualsiasi età, a breve mostreranno tutti i loro negativi risvolti ad un anno dall'emergenza - scrive il segretario Pietro Antonacchio - Sarebbe un modo per alleviare il paziente, far sì che non si senta solo, effetti certamente positivi e la cui portata emozionale è di immensa gratitudine per la totalità degli esseri umani. Non tagliamo fuori le famiglie. Non uccidiamo l'ultimo legame e gesto d'amore, essenza della solidarietà dell'essere umano».
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Il Mattino