Una strada per Craxi a Salerno Conte: «La città glielo deve»

Una strada per Craxi a Salerno Conte: «La città glielo deve»
SALERNO - «Craxi merita un posto nel pantheon della sinistra italiana dissero. Era il 2005....». Chi onorevole Conte? «Piero Fassino e Vincenzo De Luca»,...

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SALERNO - «Craxi merita un posto nel pantheon della sinistra italiana dissero. Era il 2005....». Chi onorevole Conte? «Piero Fassino e Vincenzo De Luca», ricorda oggi l’ex ministro Carmelo Conte tornando con la memoria a un’afosa mattina di luglio del 2005. In quei giorni si ragionava di un progetto politico di una nuova costituente socialista a Salerno. Tavolo di relatori d’eccezione con Rino Formica, Bobo Craxi, Claudio Signorile, Piero Fassino (allora segretario ds), lo storico Galasso e Conte, appunto, che tirò fuori una lettera sino ad allora sconosciuta ai più. «Era il 1991 e Fassino responsabile della sezione esteri del Pds chiedeva a Bettino Craxi di caldeggiare l’entrata del partito nell’Internazionale socialista. Cosa che fece in qualità di vice presidente», ricorda il politico. E aggiunge: «Ricordo bene le parole di Fassino e di De Luca quel giorno a Salerno: assieme a Togliatti, Nenni e Natta sostenevano che Craxi dovesse avere un posto nel pantheon della sinistra italiana». Ed invece nemmeno l’intitolazione di una strada. «Già». 


Poi un altro passo indietro. Circa trent’anni fa in cui i protagonisti di allora sono gli stessi di oggi. E sempre di primo piano. «Nel 1986 - continua Conte - fui io a prospettare a Craxi il laboratorio laico e socialista per estromettere la Dc. Lui era premier e mi prospettò come quest’alleanza salernitana l’avesse messo in difficoltà al governo. Era vero - dice - ma preferì difendere la nostra autonomia politica locale anche a costo di inimicarsi De Mita, segretario nazionale dello scudocrociato». Ed arriviamo a quella giunta in cui sindaco era il compianto Vincenzo Giordano e in giunta sedevano l’attuale sindaco Enzo Napoli per i socialisti e De Luca e Bonavitacola per il Pci. «Parliamo degli attuali vertici di Comune e Regione», sibila Conte ricordando quegli anni in cui quel laboratorio politico non mise solo alle strette la Dc a Salerno ma addirittura alla Provincia di Avellino e al comune di Nusco, grazie al figlio del fratello di Ciriaco in quell’amministrazione. Anni in cui Salerno con il suo 33 e rotto per cento si poteva fregiare della città più socialista d’Italia ed il Psi risultava il secondo partito in Campania: «Sino al 1992 quando l’attuale sindaco di Salerno si candidò al Senato ma non fu eletto per meno di cento voti». 

Altri tempi, altra storia. «Guardi che ci sono tutte le condizioni, anzi le doverose condizioni, affinché gli attuali vertici politici si diano da fare per intitolare una strada a Bettino Craxi. E non solo a Salerno», continua ancora Conte. «Non solo perché a Napoli fu per tre volte di seguito capolista ma sopratutto per quanto fece. Leggi ma sopratutto per aver individuato quella via meridionale al socialismo, capace di tracciare un quadro di sviluppo del Mezzogiorno sino alla valanga leghista che si affrettò a cancellare tutto». 

E ancora. «Io fui relatore della 219, la legge sulla ricostruzione post-sisma e della legge ‘64 che assegnò a tutto il Mezzogiorno qualcosa come 130mila miliardi, il doppio dei fondi stanziati dalla Cassa del Mezzogiorno in tutto il suo mandato: norme sostenute e volute fortemente da Bettino Craxi in nome di quelal via meridionale al socialismo che le dicevo», continua ancora Conte soffermandosi poi su Salerno, il cui disegno urbanistico nasce proprio allora. «L’università di Salerno è stata ultimata con i fondi post sisma. Senza ricordare tutti i progetti di Salerno che ebbero ok e finanziamenti allora. Le cito solo la copertura del trincerone ferroviario ma sopratutto la Cittadella giudiziaria: nel ‘91 Craxi intervenne sull’allora ministro della Giustizia Vassalli per dare il via al progetto». 


Ma di strade intitolate al leader del Psi, morto 17 anni fa, ad Hammamet nemmeno l’ombra. Solo una a Gricignano d’Aversa e a San Felice a Cancello nel Casertano e un cippo a Campagna: «Come ringraziamento perché il comune fu inserito nell’elenco delle aree colpite dal sisma del 1980», dice sempre Conte che rimarca come Salerno «abbia il dovere di intitolargli una via». A Milano tra le firme alla mozione appoggiata anche dal sindaco Sala c’è proprio quella di Emmanuel Conte, consigliere comunale.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino