Culturista morta a 46 anni nel Salernitano, perizia ​sul telefonino di un personal trainer

Culturista morta a 46 anni nel Salernitano, perizia sul telefonino di un personal trainer
Una perizia sul telefonino di uno dei tre indagati, un personal trainer, per cercare elementi o prove che riconducano alla vendita presunta di anabolizzanti. O alla loro...

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Una perizia sul telefonino di uno dei tre indagati, un personal trainer, per cercare elementi o prove che riconducano alla vendita presunta di anabolizzanti. O alla loro prescrizione. Ieri mattina, la procura di Nocera Inferiore ha conferito incarico ad un perito per effettuare un accertamento tecnico su di un telefonino e altro materiale informatico, sequestrato tempo prima in casa di una delle tre persone indagate per il decesso di Anna Milite, culturista di 46 anni, morta a luglio scorso.


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Oltre che per omicidio colposo, l'organo inquirente, nella figura del sostituto procuratore Viviana Vessa, indaga anche per uso di anabolizzanti. La famiglia della vittima è assistita dall'avvocato Alfonso Esposito. Alla fine del mese, dopo aver chiesto una proroga, il consulente medico nominato dalla procura depositerà i risultati dell'autopsia. La 46enne fu ricoverata il 28 marzo 2019, dopo aver girato diversi ospedali. Le sue condizioni sarebbero peggiorate dopo aver lasciato un preparatore atletico per affidarsi ad un nutrizionista.

Nei quesiti che la procura aveva posto al consulente, c’era quello di verificare se, anche in mancanza dell’uso di sostanze dopanti, la malattia prima e la morte poi, si sarebbero comunque verificate nei modi e nei tempi appurati. La procura di Nocera Inferiore valuterà il ruolo dei tre indagati, un nutrizionista e due preparatori atletici, stabilendo un eventuale rapporto tra loro e la vittima. La donna morì in una struttura ospedaliera di Salerno. L'esame della procura di Nocera mira ora a verificare l'ipotesi di un «commercio abusivo di sostanze e farmaci anabolizzanti» in riferimento alla presunta vendita abusiva alla culturista. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino