Bullizzato dai compagni in Cilento: «Devi stare lontano da noi»

Bullizzato dai compagni in Cilento: «Devi stare lontano da noi»
A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico il Cilento ha già un caso di bullismo. È la storia del piccolo Antonio, nome di fantasia per tutelare la...

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A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico il Cilento ha già un caso di bullismo. È la storia del piccolo Antonio, nome di fantasia per tutelare la privacy del bimbo. Antonio si trova in un momento delicato della sua adolescenza, qualche mese fa ha ultimato le scuole primarie ed ora come tutti i suoi coetanei si apprestava con entusiasmo ad iniziare le scuole secondarie di primo grado, ovvero le scuole medie.

Antonio abita in un piccolo paese nel cuore dell’entroterra cilentano non molto lontano da Laurino comune che ospita le scuole che il bimbo dovrà frequentare insieme ai suoi compagni delle primarie. I problemi sono iniziati qualche giorno prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. In una chat di gruppo i bambini iniziano a decidere sui compagni di banco per prepararsi sull’imminente suono della campanella. In quei messaggi alcuni ragazzini cominciano a scrivere parole irripetibili anche per un adulto. Per il piccolo Antonio l’inizio di un incubo. Gli viene praticamente imposto da alcuni bambini di stare lontano da loro e di occupare nella nuova classe i banchi in prossimità degli insegnanti di sostegno. Il bambino viene mortificato ripetutamente, anche per la sua fisicità.

I messaggi arrivano all’attenzione della mamma di Antonio che placata la rabbia iniziale decide di farlo vedere ad una esperta. La donna li ha mostrati ad una psicologa, volendo un parere sulla natura degli stessi, la specialista non ha avuto alcun dubbio, ritenendoli atti di bullismo. La madre di Antonio ha cercato di capire il perché di tanta cattiveria da parte di altri bambini nei confronti di suo figlio. Purtroppo la donna per tutelare Antonio sarà costretta a valutare di spostare il ragazzo in un altro plesso scolastico se la situazione non dovesse appianarsi. Ha voluto portare alla luce la storia proprio per far capire il disagio che simili deprecabili atti possono provocare su un bambino.

«Fin troppi i casi di violenza verbale che hanno inciso sulla psiche di ragazzi, anche apparentemente forti ma che a lungo andare con uno stillicidio di parole e frasi hanno portato ad estreme conseguenze. Spetta alle istituzioni aiutare in via preventiva prima che sia troppo tardi - dice - Quando si parla di bullismo si crede di vivere sempre in un territorio, il Cilento, lontano ed avulso da tali episodi. Invece quello del piccolo Antonio non è il primo che si verifica sul territorio a sud di Salerno. Occorre educare i bambini al rispetto degli altri ad iniziare dai loro coetanei, soprattutto verso quello che per diversi motivi possono ritrovarsi in condizioni di difficoltà». 

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Il Mattino