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Lo aveva preannunciato sul gruppo whatsapp della classe e sul suo profilo Instagram: quelle offese rivoltegli dal compagno di classe dovevano essere lavate col sangue. Così, quando lo scorso 7 ottobre, si recò a scuola armato di un coltello, aveva un solo obiettivo: uccidere il suo coetaneo. Il folle piano andò in scena all’uscita di scuola, davanti al cancello del Galileo Ferrari di Battipaglia, quando il giovane studente ebolitano, appena 16enne, colpì alle spalle il suo compagno, un 16enne di origini rumene residente a Battipaglia, con un coltello dalla lama di acciaio lunga otto centimetri. Quei 17 colpi inferti al collo, alle braccia, al torace, alle mani e al volto, «erano diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» dell’adolescente rumeno. Questa, almeno, la tesi del giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni Vincenzo Di Florio che ha disposto il decreto di giudizio immediato a carico del ragazzino, ristretto ancora nel carcere minorile di Nisida, contestandogli la pesantissima accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. L’appuntamento è per il mese prossimo quando il giovane studente, assistito dall’avvocato Orazio Tedesco, dovrà presentarsi davanti al giudice per l’avvio del processo. Sul piano della misura cautelare, però, potrebbero esserci importanti risvolti: la Cassazione, accogliendo il ricorso del difensore, ha infatti annullato l’ordinanza del Riesame che, precedentemente, aveva confermato la misura del carcere scattata lo scorso 3 novembre quando gli agenti del commissariato di polizia di Battipaglia ammanettarono il 16enne incastrato attraverso l’account instagram. Proprio sui social, infatti, il ragazzino aveva annunciato il suo proposito. Tra i due studenti dell’istituto alberghiero di via Rosa Jemma, una scuola di frontiera nel cuore del quartiere Taverna, precedentemente c’erano stati degli screzi. Erano state in particolare una serie di offese rivolte dalla vittima all’aggressore ad accendere la miccia. Il 16enne “disonorato” decise di reagire: prima l’annuncio sul gruppo whtsapp della classe, poi su Istagram.
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Il Mattino