«Dimenticate» dal padre, due sorelle risarcite da adulte

«Dimenticate» dal padre, due sorelle risarcite da adulte
Erano solo delle ragazzine quando i loro genitori si sono separati: 14 anni l’una, 12 anni l’altra, sono state abbandonate dal padre che dopo la fine del matrimonio,...

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Erano solo delle ragazzine quando i loro genitori si sono separati: 14 anni l’una, 12 anni l’altra, sono state abbandonate dal padre che dopo la fine del matrimonio, ha interrotto ogni rapporto con le figlie disinteressandosi completamente di loro, sottraendosi al diritto-dovere di visita, non rispondendo alle loro telefonate e non provvedendo in alcun modo al loro sostentamento. Per quella privazione dell’amore paterno – privazione che ha violato gli obblighi del rapporto di filiazione – le bambine saranno ora risarcite. 


A stabilirlo è una sentenza della prima sezione civile del tribunale che ha accolto il ricorso sollevato dalle due ragazze salernitane, oggi maggiorenni che, rappresentate dai legali dell’Ami, gli avvocati Marianna Grimaldi, Claudio Sansò e Laura Fasulo, hanno chiesto e ottenuto la somma complessiva di 40mila euro come ristoro del danno subito per l’assenza del genitore.

La vicenda nasce nel 2007 quando i coniugi decisero di separarsi: le figlie, entrambe adolescenti, furono affidate alla madre con ampio diritto di visita del padre. Già dai primi mesi successivi alla separazione l’uomo cominciò però a disinteressarsi delle figlie sia da un punto di vista materiale che affettivo. Non provvedeva al loro mantenimento, evitava di incontrarle, si rendeva irrintracciabile anche telefonicamente non trascorrendo con loro nemmeno un giorno e non partecipando ad alcun avvenimento importante della loro vita. Le sue mancanze avrebbero inoltre rasentato la cattiveria: il padre, che per ben 8 anni non aveva trascorso nemmeno un giorno con le ragazze, sarebbe persino arrivato a disdire il contratto di luce e gas dell’abitazione dove vivevano le ragazze con la madre, lasciandole così al buio e senza possibilità di cucinare. Condotte penalmente perseguibili, quelle dell’uomo, trascinato dall’ex moglie davanti ai giudici e condannato dal tribunale di Salerno per violazione degli obblighi di assistenza familiare.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino