Sala Consilina e il Valdiano in lutto per la scomparsa di don Antonio Cantelmi

Oggi alle 15.30, a Teggiano, nella parrocchia del Sacro Cuore i funerali del sacerdote teggianese d’origine e parroco prima a Casalbuono e poi, per trent’anni nelle comunità della Santissima Annunziata e di San Rocco

Don Antonio Cantelmi
Si svolgeranno alle 15.30 di oggi, a Teggiano, nella parrocchia del Sacro Cuore (frazione di Prato Perillo) i funerali di don Antonio Cantelmi, teggianese d’origine e...

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Si svolgeranno alle 15.30 di oggi, a Teggiano, nella parrocchia del Sacro Cuore (frazione di Prato Perillo) i funerali di don Antonio Cantelmi, teggianese d’origine e parroco prima a Casalbuono e poi, per trent’anni, fino al 2012, nelle comunità della Santissima Annunziata e di San Rocco, a Sala Consilina, città nella quale ha svolto anche il ministero di rettore del Santuario di San Michele.

«Ne ricordiamo il generoso ministero intellettuale e pastorale, affidandolo all’abbraccio misericordioso di Dio», ha scritto padre Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro, che domenica, insieme all’intero presbiterio, ne annuncia la scomparsa, avvenuta all’età di 74 anni. Don Antonio, che fu anche presidente dell’Istituto del clero nella diocesi di San Cono, è stato punto di riferimento non solo spirituale, ma anche civile, ovunque abbia vissuto la sua missione.

«Ha dedicato tanti anni preziosi alla nostra comunità - scrive l’amministrazione comunale di Sala Consilina, guidata dal sindaco Francesco Cavallone - la sua guida spirituale e il suo impegno instancabile hanno lasciato un’impronta indelebile. In questo momento di lutto, l’amministrazione si unisce alla comunità in preghiera, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia». All’attività pastorale, don Antonio ha unito la formazione sia degli studenti degli istituti superiori del territorio sia dei ragazzi avviati sulla strada del sacerdozio, ricoprendo, al Seminario metropolitano di Salerno, la cattedra di patristica e il ministero di padre spirituale, ma insegnando anche a Napoli, alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale. Centinaia coloro che lo ricordano, anche attraverso i social mettendone in risalto la paternità, la profonda cultura, la grande capacità di saper entrare in relazione con le persone, l’umanità del tratto, la piacevolezza e la chiarezza dell’eloquio.

E, tra i commenti, anche le parole di Luigi Moretti, arcivescovo emerito di Salerno-Campagna-Acerno: «Grande sacerdote e grande amico». 

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Il Mattino