Assoluzione bis per Sergio Avigliano: anche per i giudici della Corte di assise di appello di Salerno non fu l’amante ad uccidere Maria Ricco. Il verdetto di secondo grado...
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Il Pg, al termine della requisitoria, aveva chiesto per l’uomo (difeso dall’avvocatessa Rosaria Vietri) una condanna a 24 anni di reclusione per omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Secondo la ricostruzione della procura, Avigliano era accusato di aver strangolato Maria Ricco e di aver bruciato il suo corpo nella Hyundai. Il luogo del ritrovamento del cadavere era il posto dove i due amanti si incontravano. Un processo indiziario a carico dell’uomo, in cui gli elementi raccolti non hanno però retto al giudizio: secondo le accuse, l’amante aveva strangolato la vittima durante l’intimità, poi si era recato a casa della donna (dalle sue chiavi mancava quella di casa) per prendere una bombola di gpl e la cornice con la foto dei figli, e simulare così un suicidio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino