«Mo mando un whatsapp ai colleghi che se li tengono me li portano». È un’intercettazione tra il dottore Alessandro Marra e un altro medico...
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Le intercettazioni confluite nel fascicolo dell’inchiesta e sulle quali si fondano le accuse di peculato di medicinali e cessione illecita di stupefacenti, dimostrano proprio la consuetudine del medico, accusato di avere ucciso un giovane malato terminale con un’iniezione di Midazolan, farmaco detenuto illecitamente, di utilizzare e gestire i medicinali dell’hospice come fossero i suoi «cedendoli a terzi - pazienti, amici, colleghi - al di fuori di ogni procedura legale ed appropriandosi di quelli che i pazienti avrebbero dovuto riconsegnare alla struttura».
Decine le intercettazioni che mostrano la consuetudine, consolidata, da parte del dottor Marra di distribuire garze, sacche nutrizionali, integratori, materiale e medicinali ospedalieri a chiunque ne facesse richiesta, consigliando - nel caso non ne avesse disponibilità immediata - anche di temporeggiare qualche giorno in attesa che lui potesse avere il tempo di procurarglieli. «Vedi un attimino - recita una delle intercettazioni tra il dottore Marra ed il collega a cui chiede di reperirgli alcuni medicinali - perché questi stanno spendendo un sacco di soldi sti cristiani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino