Salerno, emergenza porto: troppi operai morti di tumore

Salerno, emergenza porto: troppi operai morti di tumore
SALERNO - L’ennesima morte - la quindicesima - oltre a lacrime e sgomento lascia tanta rabbia. L’ennesimo cuscino di fiori, l’ennesimo funerale e l’ennesimo collega da...

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SALERNO - L’ennesima morte - la quindicesima - oltre a lacrime e sgomento lascia tanta rabbia. L’ennesimo cuscino di fiori, l’ennesimo funerale e l’ennesimo collega da sostituire. I lavoratori portuali chiedono sia fatta una valutazione più approfondita e complessiva sulle condizioni di lavoro, sulle infrastrutture e più in generale sull’ambiente dove lavorano. Quindici lavoratori morti negli ultimi sette anni - più di due ogni dodici mesi - iniziano ad essere troppi, tutti venuti a mancare per patologie tumorali che colpiscono polmoni e vie respiratorie, tutti di un’età compresa tra i 50 ed i 60 anni. Questa storia oltre a intristire, oggi, ha iniziato a spaventare. Il caso limite è l’Ilva di Taranto, in Campania c’è stato quello che ha riguardato gli ex lavoratori di Isochimica ed il timore è che anche al porto di Salerno, nei prossimi anni, possa scoppiare il caso amianto e polveri sottili.


«La salute dei lavoratori portuali potrebbe essere a rischio». La denuncia del segretario di comparto della Uilt, Antonello Guerrazzi, è chiara ed inequivocabile. «Ci sono stati troppi decessi - ha riferito - inizialmente non ci rendevamo conto. Dopo l’ultima morte di un collega di Torre Del Greco avvenuta nelle scorse settimane, abbiamo iniziato ad avere paura. Giovanni Picone aveva poco più di 50 anni, ha scoperto di essere ammalato poche settimane prima che questo male ignobile se lo portasse via. Non ha avuto modo di curarsi, non c’era più niente da fare. Temiamo per la nostra salute, per il futuro dei nostri figli e delle nostre famiglie e chiediamo che siano messe in campo tutte le azioni possibili a tutela della nostra salute».

Contestualmente alla denuncia di Guerrazzi, stanno partendo anche delle lettere indirizzate all’Autorità portuale, all’Asl, all’Arpac ed a tutti gli altri enti competenti, affinchè la questione sia messa in agenda per essere affrontata il prima possibile.



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Il Mattino