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Errore nel quesito, l'esame è da ripetere. Il Tar di Salerno ha accolto il ricorso di un giovane praticante avvocato, che aveva svolto la prima prova nella sessione del 2022. La Commissione esaminatrice, nel sottoporre al candidato un quesito in materia civile, non aveva tenuto conto della conoscenza di leggi speciali e complementari del codici civile.
Circostanza che andava in contrasto con le linee generali stabilite per l’esame di abitazione: il quesito, infatti, doveva tener conto della sola disciplina codicistica. Per il Tar, dunque, il giudizio - il candidato fu ritenuto non idoneo per la prova successiva - fu compromesso dall’errore nella stesura del quesito che, nel caso di specie, faceva riferimento al cosiddetto “consenso informato”, trattandosi di un caso di malasanità. Il quesito prevedeva di assumere la difesa legale di “un tizio sottoposto a un delicato intervento chirurgico di rimozione di un aneurisma all’aorta addominale.
A intervento completato si verificò una fibrosi massiva aderenziale con occlusione intestinale che rese necessaria l’asportazione di un tratto dell’intestino e provocò gravi conseguenze permanenti”.
Per i giudici del Tar la risposta prevedeva la conoscenza e l’illustrazione delle leggi speciali e, in particolare, quella che disciplina il cosiddetto “consenso informato”. La pronuncia ha portato all'annullamento del verbale che dichiarava la non idoneità e, per l’effetto, ha disposto la rinnovazione della prima prova orale dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense.
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