San Gregorgio Magno, falegname caduto dal tetto: dopo otto anni la sentenza per il datore di lavoro

I giudici ipotizzano che la vittima di San Gregorio Magno non fosse lucida ma il datore di lavoro non gli ha garantito la sicurezza: condannato

L'aula di tribunale
Omicidio colposo, dopo otto anni arriva la condanna per un falegname di San Gregorio Magno. Otto anni di processo, passando per il Covid, poi la sentenza per Antonio Policastro che dovrà...

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Omicidio colposo, dopo otto anni arriva la condanna per un falegname di San Gregorio Magno. Otto anni di processo, passando per il Covid, poi la sentenza per Antonio Policastro che dovrà scontare due anni e sei mesi.

Questa, almeno, la decisione dei giudici di primo grado che hanno riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche assolvendolo, per prescrizione, da reati relativi agli obblighi del committente dei lavori.

San Gregorio Magno, bimba nasce in casa: mamma e neonata stanno bene

La vittima, Giuseppe Barberio, morì il 21 marzo del 2016 cadendo dal tetto della falegnameria di Policastro mentre stata eseguendo alcuni lavori di aggiusto al tetto. Era una domenica pomeriggio quando avvenne la tragedia ma il corpo senza vita dell’uomo fu ritrovato soltanto il giorno dopo, quando la madre con la quale il 50enne viveva dopo la separazione, svegliandosi si rese conto che il figlio non si era ritirato.

Nel collegio difensivo, come parti civili, gli avvocati Aldo Avvisati del foro di Torre Annunziata- a tutela della Fillea Cgil - Antonio Turco e Pasquale Freda per i familiari; Vincenzo Morriello e Pasquale Barberio per Policastro. Il falegname è stato condannato anche al risarcimento nei confronti della figlia della vittima, della madre e del fratello: 84mila euro complessivi. 

San Gregorio Magno, bimba nasce in casa: mamma e neonata stanno bene

La vicenda è un po’ particolare per diversi motivi. Primo fra tutti i giudici nelle motivazioni alla loto sentenza, ipotizzano anche un concorso di colpa da parte della vittima la quale, secondo quanto emerso dalle perizie autoptiche, era in stato di alterazione da alcol. In pratica, poteva non avere piena coscienza di se anche se, secondo i familiari, era abituato a bere.

Dall’altro, invece, a carico dell’indagato è stata riconosciuta la colpa di non aver garantito le misure di sicurezza all’interno della propria falegnameria e per l’uomo che, pur non essendo un suo dipendente, stava eseguendo un lavoro per lui. Policastro e Barberio la mattina di domenica erano stati insieme, in compagnia anche di una terza persona, Policastro poi sarebbe andato a prenderlo a casa nel primo pomeriggio. Non è escluso, secondo i giudici, che sia stato lui stesso ad accompagnarlo in falegnameria (forse) per finire il lavoro e questo perché la falegnameria si trova al di fuori del centro abitato di San Gregorio Magno. Anche se, della presenza della vittima in quel posto, nessuno ne avrebbe saputo nulla, eccetto la madre che lo aveva visto uscire con gli abiti da lavoro. 

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Il Mattino