Fallimenti «pilotati» a Nocera, la Procura va in Cassazione

Fallimenti «pilotati» a Nocera, la Procura va in Cassazione
L’inchiesta sulla presunta tentata concussione a danno di un imprenditore, nell’ambito di una procedura fallimentare, finirà in Cassazione. È decisa la...

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L’inchiesta sulla presunta tentata concussione a danno di un imprenditore, nell’ambito di una procedura fallimentare, finirà in Cassazione. È decisa la Procura di Nocera Inferiore, all’indomani delle motivazioni del Tribunale del Riesame, che ha valutato le accuse delle vittime «prive di riscontri» oltre che «soffrire di profili di genericità», liberando dagli arresti domiciliari i commercialisti Giovanni D’Antonio e Giovanni Faggiano e il legale Fabio Sorrento.

L’organo inquirente è fermo sulla sua tesi e ricorrerà per sostenere il reato di tentata concussione per i tre indagati. L’accusa originaria riguardava la storia di un imprenditore legato a una società di gestioni immobiliari e costruzioni navali, dichiarata fallita. I tre, per mitigare il contenuto della relazione fallimentare ed evitare problemi penali alla vittima, avrebbero richiesto del denaro, 100mila euro, attraverso una serie di incontri e sottraendo documentazione contabile per evitare più gravi conseguenze. Non su così per il Riesame che ha rigettato l’ipotesi di una tentata concussione, ritenendo plausibile quella di induzione indebita a dare o promettere utilità. Questo, in ragione del vantaggio che avrebbe potuto ricavarne l’imprenditore. Oltre ai motivi di diritto, non è escluso che il ricorso in Cassazione della Procura possa riprendere anche alcuni dei punti già esposti in sede di Riesame dal sostituto Anna Chiara Fasano. Nel riprendere le argomentazioni della richiesta d’arresto, il pm aveva sottolineato come il quadro cautelare si fosse ulteriormente potenziato «dalle dichiarazioni rese dagli indagati in sede di interrogatorio, sia per la loro inverosimiglianza, sia per le contraddizioni emergenti tra le stesse e sia perché in contrasto con gli esiti dell’attività investigativa». Anche sulla qualificazione giuridica, l’accusa aveva escluso ed escluderà la possibilità di un reato differente da quello di tentata concussione, «posto che era emerso come le vittime non avessero mai chiesto nulla agli indagati, né cercato di ottenere dagli stessi facilitazioni o vantaggi».

In udienza, il pm aveva anche depositato la denuncia di un altro imprenditore, presunta vittima di condotte analoghe ad opera di D’Antonio e Faggiano, «fatti che ulteriormente consolidavano il grave quadro indiziario». A riguardo, il Riesame ha spiegato che il nuovo materiale non poteva «costituire riscontro individualizzante alle propalazioni accusatorie». L’indagine passerà il vaglio della Cassazione, in attesa che i giudici decidano anche sull’altro ricorso contro Bennet, Scala e D’Antonio, coinvolti in altro episodio. Nel frattempo, la Procura nocerina ha esteso le indagini ad altre circostanze. 

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Il Mattino