Falso reddito per non pagare l’avvocato: novemila euro di multa

Falso reddito per non pagare l’avvocato: novemila euro di multa
Ha violato il testo unico in materia di spese di giustizia, commettendo reato e ottenendo l’ammissione al gratuito patrocinio (il diritto alla difesa), dichiarando reddito...

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Ha violato il testo unico in materia di spese di giustizia, commettendo reato e ottenendo l’ammissione al gratuito patrocinio (il diritto alla difesa), dichiarando reddito zero. In realtà, la sua situazione era nettamente differente. Per questo, è stata condannata dalla Procura di Nocera Inferiore con un decreto penale. Ovvero, a pagare una multa allo Stato di circa 9.000 euro.

L’imputata è una donna di Nocera Inferiore, di 52 anni. Stando alle indagini della polizia giudiziaria, con accertamenti effettuati proprio sul reddito della donna, era emerso che la stessa aveva ottenuto il beneficio del gratuito patrocinio con tanto di domanda al gip del tribunale, fornendo dei dati falsi sulla propria situazione economica. In realtà, secondo verifiche, era emerso che i componenti del nucleo familiare dell’imputata avevano percepito un reddito di circa 27mila euro per l’anno 2018.

E che sia la donna che il suo convivente, avessero intestate sette autovetture. Insomma, una situazione non compatibile con l’ammissione al gratuito patrocinio, secondo quanto previsto dall’articolo 3 della legge 217 del 1990. Inoltre, la Procura ha contestato alla donna anche l’aggravante di essere riuscita ad ottenere il diritto alla difesa, utilizzando quei dati falsi. Tutto questo, nel mese di maggio di due anni fa. In ragione di ciò, dato che il reato è perseguibile d’ufficio, il gip ha applicato una pena pecuniaria di 9.200 euro. 


IL BENEFICIO
Qualora la 52enne decidesse di opporsi al pagamento del decreto penale di condanna, dovrà difendersi dinanzi ad un giudice, in un processo, dopo il giudizio immediato che lo stesso magistrato firmerà a seguito dell’opposizione. Le indagini della polizia giudiziaria sulla situazione reddituale della donna erano partite di rito, in ragione del beneficio ad usufruire di una difesa per un procedimento penale.

 

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Il Mattino