È stato assolto dall’accusa di estorsione aggravata dal metodo camorristico. Santo Pepe (difeso dall’avvocato Ivan Nigro), coinvolto nell’inchiesta sugli assenteisti al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un episodio avvenuto più di dieci anni fa (per il quale Armando Memoli e Francesco Salvini ritenuti gli autori materiali sono stati condannati in abbreviato) che vedeva - secondo la ricostruzione della direzione distrettuale antimafia, Santo Pepe fare da tramite ad un serie di incontri precedenti alla richiesta estorsiva. Almeno secondo quanto ricostruito dall’accusa tanto che il pubblico ministero antimafia Vincenzo Montemurro, al termine della requisitoria, aveva chiesto per l’imputato nove anni di reclusione.
Per la procura salernitana, Santo Pepe aveva fatto parte del gruppo che aveva imposto il pizzo al titolare del negozio molto noto a Salerno. Nello specifico, sempre secondo la ricostruzione della pubblica accusa, Salvini e Memoli prima esplosero alcuni colpi di pistola contro la vetrina del negozio, poi percossero alla testa Massimo Boccuti (l’altro socio dell’attività commerciale era Enrico Gaudiani) con il calcio di una pistola e, infine, fecero scattare la richiesta estorsiva. E fu proprio in questo passaggio, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, che si inseriva Santo Pepe.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino